37 procedeva, ornata di non so quante e quali vaghissime fiamme, la mobile orchestra. Una gente infinita aspettavala per le rive, le case, sul ponte, anzi su’ due ponti, la gemma di Rialto, e il comodo ingombro di S. Vitale ; e quel mondo, quel movimento, gli sbocchi de’ rii, le sponde delle case, per ordinario involti nel buio, ed ora insolitamente illuminati dalle gondole, che prudenti s’eran dalla calca de’ legni ritratte, e quivi pazientemente attendevano ; le finestre aperte, e anch’ elle rischiarate di dentro, mentre il Canale, avvivato da tutti questi chiarori e riflettendoli, rilucea, dov’ era ancor libero, come nitido specchio, davano al luogo, per sè già sì specioso, una nuova e magica specie. La galleggiante, quella sala incantata, sostenuta da’ flutti, cinta e impedita dalla immensa piattaforma di barche, che 1’ accompagnavano, si staccò in sulle 9 ore dal Molo. La serenata, nel suo tardo progresso, consolò a lungo il Canale di qua della volta ; s’arrestò all’ Europa, s’ arrestò dinanzi alla I. R. Luogotenenza, altrove, fu oltre l’intenzione, arrestata dalla frotta, che le si strigneva dattorno. Si calcolarono le stazioni, ed i canti ;