279 mdxxvii, giugno. 280 loco a questa Signoria, et haveano ditto anche di fare secondo faria I» ciltadela di Pisa. Che havflano aviso el campo de la lega esser retirato alquanto presso Nepi et li intorno, perchè stando là mollo pativano del vivere. Del medesimo, a hore 4 e meza di notte. Che haveano lettere dal campo, qual se ritrovava suso al laco de Vico, el si credea se retireriano ancor più, ben che diceano elio pensavano di fermarsi li. 182 Siimario di una lettera di Ferara, di Ulixe Dulphi, data a dì ultimo Mazo 1527, seri• ta a sier Zuane Francesco Loredun qu. sier Marco Antonio. Ritrovandomi qui in Ferara, mi pare mio debito far partecipe voslra magnifìcenlia delle occorenlie di queste bande, ancora eh’ io pensi ne sia meglio ad-visata di noi. Del Papa ci è l’apunctamento de capitoli facti Ira Sua Santità et lo viclorioso ex'ercito imperiale, prima che Sua Santità li habbia a consigliare il castello di Santo Anzolo, Hostia et Civita-veeliia, restituire le terre de Lombardia zoè Piasen-za, Parma et Modena, pagare 400 milia ducati et andare cum tutti li cardinali el sua corte a Napoli • overo Gaieta, et ivi aspeclare la delerminatione di Cesare. Et sic transit gloria mundi. Lo exercilo di la serenissima liga era a l’isola apresso Roma 7 miglia, quale non si slima habbino andare avanti. Il signor Federico di Bozolo volendo andare a socorer ir castello, li cadde il cavallo sotto, el è rimaso molto male, et si dubita de la sua salute. In questo modo ogni soccorso viene meno, sì elio tal biasma altrui che se stesso condanna eie. Questa maltina qui si sona tamburi per la terra per dare denari a chi ne vole. Si è facto la monstra de zente d’arme ; sono comandati li sehiopelieri ordinari!, et ogni cosa necessaria da guerra. Si mette in ordine arlellarie, munitioni et vicluarie; ma non se intende dove sian per andare. L’aparato è grande. Dio la mandi buona ad chi tocha ; credo sia magior impresa che di Modena. Questa maltina ho lettere da Bologna, che stanno in gran sospeclo di Bentivogli. Hanno faclo 500 fanti, el no fanno degli altri per guardia di la terra, et adimandano denari a ciladini per far que* ste gente. Hanno serrato le porte con bastioni, el fanno foraussiti li sospecli. Jeanne Saxatello è in-tralo in Imola cmi gran numero de villani. Copia di una lettera del signor Janus Maria 183') Fregoso, da Lodi, a dì 4 Zugno 1527, seri-ta ad Agostino Abondio suo canzeliero. Li nostri soldati che sono in Santo Angelo sono dati fora et andati verso el Po, ove havevano per spia che passò el conte Lodovico di Belzoioso cum le gente mimiche. El trovorno la compagnia di Cesare da Napoli, et li hanno tra morti et prosi da 60 fanti in zercha et toltoli la sua insegna. Et così ogni di stasi in vigilantia di far qualche opera che sia in piacere a li signori nostri et a danno de li inimici, et cussi per giornata se procederà. Si paga ogni giorno queste fantarie che arivano al campo, el similmente si seguita a pagar le gente d’arme. Di missier Lodovico, date a li 4 di Zugno. Le gente del conte Lodovico da Belzoioso non hanno (atto altro effeclo se non che hanno robalo qualche bestiame. Et in questa bora, che sono 3, si ha nova da Castel San Joanni che sono levati et vanno alla via di la Slradella. Se intende che, oltra il patir de! viver, italiani et spagnoli hanno fatto una costione questa notte. Roggi sono gionti qui al Po 150 cavalli di la Signoria di Venetia. Copia di una lettera del signor Janus Maria 184«) Fregoso, da Lodi, a dì 5 Zugno 1527 senta adéAgustino Abondio. Per lettere del gubernalor di Piasenza in questa bora 23 venule, siamo advisati come li spagnoli et taliani quali passorno et che sono di là di Po insieme, sono divenuti in grandissima guerra, et sono indivisi. Li italiani hanno preso l’artigliarla ondando: a Italia, Italia » et andati alla Slradella, et li spagnoli in disparte confusi finsero per sua ar-gulia voler andar a li danni del piacentino, per darsi ripulalione. Ma andorno perchè dubilavauo non rimanessero privi de le genie italiane. Vedendo il coininciamento hanno fallo li due capilanei Coscho et il Tlioso da Colalto, quali cum le loro compagnie sono venuti de quà al servitio nostro, presero il partito di farle passar Po per divertire non venis-seno de quà, perehè el transito è più difficile essendo ultra il Po. Et spero ogni zorno li abarlugaremo più, bora cum l’arme bora cum li slralagemi, el (1) La carta 182 ' è bianca. (2) La carta 133* è bianca. I