68 mento e d’un ultimo addio, non le diano nessun sospetto della disperata sua risoluzione e ne vada tranquillamente a spassarsi in Sensa, ella che pur aveva un sì provvido amore per la sorella. Un’ altra bella invenzione è il carattere dell’ amoroso Cesarino, tipo del vero artista, che sente la grandezza e la dignità della sua vocazione, ond’ egli si solleva sul volgo scinto o togato, e signoreggia la fortuna ed il tempo. Uno de’ più notevoli tratti del dramma è anzi la franca e ardita parola, con cui egli abbassa 1’ orgoglio patrizio e protettore di Collaltino, negandogli la copia del ritratto della Stampa, da lui operato, e rispondendo a’ superbi disdegni co’ vanti dell’ arte, in confronto a’ miseri onori de’ titoli e de’ natali. A voi il libro d’ oro, a noi le pareti del vostro ducale palagio : Alle mature età mandiam noi stessi I nostri nomi. In braccio di Cesarino, muore l’infelice poetessa. Ella s’ avvelena. Questa fine, che già si prevede fino dal prim’ atto, quand’ ella gli narra di quel ciondoletto datole dalla gratitudine del pio Levantino, da lei salvato da