259 MDXXVII, GIUGNO. 260 è processa da do cause, l'una perchè la ferma inlen-lion del Re si è che si liabi a comune spexe con-tra il duca di Barbon 30 milia fanti in esser almen; • a la ruina del qual ha tutto l’animo suo, l’altra per esser sta advertido da malivoli, nui non atender ad altro che a tutela de le cose nostre. Del ditto, di 19. Hozi, nel Conscio, è sta deliberato firmamente, non atender in sottoscriver a li capitoli de le Irieve fatti a Roma et sottoscritti per l’orator Venier nostro. Et hanno dechiarido, che si debbi sottoscriver a la liga et capitoli falli a Fiorenza, con quella clau-sula, non obstante altro Iratato celebralo dal Pontefice con agentibus confonderatorum. Scrive che, havendo rechiesto a questi del Coliselo de rinforzar le forze comune nel Stalo di Milan, hanno risposto esser contenti di farlo et far quel numero di fantarie voi la Illustrissima Signoria nostra, dummodo siano a spexe comune, rechiedendo a lui Orator la quantità el quello si voleva specia-liler, dicendo erano per far tanto quanto li fosse richiesto. Esso Orator li disse, non haver comission di venir a particnlarità alcuna, ma riportarmi a quello voleva soe signorie. Replicono loro non voler parlar generalmente, ma parlicularmenle. Questi sono li Consieri del Conseio regio. Monsignor di Vandomo, Il Gran canzelier, Monsignor di Laulrech, Il gran maistro di Normandia, qual ven di raro, Lo archiepiscopo di Burges, Il Gran canzelier di Lanson, Il thesorier Rubertelh. 167 Copia et summario di lettere di Franga di sier Sebastian Justinian el cavalier orator nostro, date a Paris a dì 23 Mago 1527, et ricevute a dì ... . Zugno. Come, a di primo zonse il corier nostro de li con le lettere di la Signoria, con l’aviso de l’entrar cesarei in Roma. Andò nel Conseio et expose il luto, i quali poi lo int.roduse al re Christianissimo, elesso Orator li expose la nova grandissima con grande vehementia. Bor, olirà li 4000 sguizari per le altre promesso di mandar, esso Orator ne impetrò anche 6000, sì che sarano in tutto 10 milia, ai quali questa Maestà dà la prima paga et stipendio. El secondo mexe li pagerà la Signoria nostra, el terzo sarano pagali a comune spexe. Etiam mandará 10 milia fanti parie italiani et parie francesi, i qual sono za ad ordine,’ pagadi solum dal re Christianissimo. Et li danari per pagarli adesso adesso sono stà expediti azìò siano in tempo di poter devedar a far l’arcollo a inimici, el vqdendo le cose de Italia haver mazor bisogno di forze, è stà deliberato con li oratori anglici è qui, che quella Maeslà mandará danari in Italia per far- 10 milia fanti a conto suo, overo i farano descender 10 milia lanzinech di Gelder, overo di la Banda negra. Item, scrive haver operado etiam che questo manderà in Italia 500 lanze a suo stipendio, le qual lanze saranno di quelli sono più proximi al venir in Italia, presto aciò si preocupi il taiar de le biave in campagna ai nemici. Tutte queste operation processe da le parole vehementissime exposte per lui Orator, sì che mosse questa Maeslà a deplorar le calamità de Roma et voler proveder a la Italia. Questo Christianissimo re è per andar a Bologna per parlar lì col reverendissimo cardinal Ebo-raoense, qual passerà di qua dal mar. Poi subito si abocherano col serenissimo Re anglico, et concluso quanto dieno tratar in brevissimo tempo, et poi per venir a Lion per esser propinquo a la Italia et subministrar tutte le cose necessarie a la guerra. Et per repulalion di la impresa, andará prima Soa Maeslà 167* al principio di Zugno et troverà il Cardinal, et a mexo il mese passerà di qua il re d’Ingilterra et il Cardinal partirà, dove lì si deliberará di la paxe universal volendo Cesare consentir, se non in farli una grandissima guera in la Fiandra. Et facendoli la paxe, madama Leonora sorella di Cesare sarà moier del re Christianissimo. El questa principessa fia del Re anglico sarà del duca di Orliens. Ma facendosi guera, l’Anglica sarà moier del re Christianissimo. Scrive, haver visto lui Orator partirse li capitanei di fantarie el darli danari, el altri, et expedir danari a sguizari. Item, si expedise per far levar le zente d’arme da Lion. Copia di lettere dal campo de V Ixola, a dì 26 i gg Maeo 1527, scritte per Urbano a la signora duchessa d’ Urbino. Per relatione di missier Joan Maria si ha, che forsi il Papa da prima fu in castello se saria acor-dato ; ma se levorono li altri dicendo che non ha-veano manco cara la loro vita che esso la sua, et finalmente fu resoluto si deputasseno dieci senza li