204 gioventù, e d’ una gentile persona ; ma ella alterò molte frasi, molte cadenze in tutta la parte ; ci mise del suo, il suo in confronto di quel del Rossini 1 Ella disse però con ogni eccellenza, per aria al cembalo, un’ aria della Caritea, e ne fu anche immensamente applaudita. Com’ essa cangiarono e il Crivelli, e il Laterza, il quale ben cantò con molto spirito 1’ aria classica della calunnia, ma la prese in principio sì larga, ne esagerò tanto lo stile, che ne scapitò il concetto e il carattere del canto. Ei la ridusse una vera caricatura. Il Galvani fece quel che potè, perchè è sempre indisposto : ma ciò che potè fare fe’ bene, secondo l’intenzione del maestro, quel musico Giove, cui debb’essere inviolato l’altare, a non meritarne la folgore. Il ZuccMni disse la sua cavatina : Manca un foglio, in modo che noi, che non fummo qui a’ tempi del Rosich, meglio mai non l’udimmo. Che brio, che esattezza di canto, quanta convenienza d’ azione ! Peccato che, nel resto, e’ frammischi a’ versi troppo della sua prosa, e ci aggiunga qualche facezia, che non è sempre della lega più pura ! Ma egli espresse da vero attore la sorpresa di D. Bartolo. Non si