126 questa sera, probabilmente, non si manderà indietro la gente. Quest’ è che non abbiamo trovato Azucena in Romeo, o almeno lo abbiamo trovato qualche cosa lontano da quel tipo; che ci era ri-maso impresso nella memoria da’tempi della buon’ anima della (¡frisi. Certo, la Brambilla veste magnificamente le spoglie virili, signoreggia co’ suoi passi la scena, è un leggiadro e forte Romeo; ma ci saremmo figurato eh’ ei brandisse con più ardore, con maggiore entusiasmo, la, tremenda, nltrice spada ; eh5 ei facesse sonare più alto, più sanguinoso, quel fiero suo ti sprezzo e sfido, che altre volte come folgore scoppiava, contro il rivale ; eh’ ei sapesse infine più tragicamente morire. Il teatro nò antico nè moderno non ha situazione più drammatica, più sublime di quella improvvisa risurrezione di Giulietta, allor che Romeo più non può vivere, e gli amanti, sì presso ad esser felici, veggono la loro felicità sparir colla morte. Egli è veramente 1’ eccesso dell’ umana sventura, e la Brambilla non se ne ispirò quant’ era mestieri. Il famoso : Oh! se tu dormi svegliati, quel classico e sì eloquente restarmi io deggio Eternamente qui, la