77 11 barone de Gianni, poeta improvvisatore e cortigiano, un di coloro, e il numero non è scarso, che, in difetto di merito proprio, si fan largo nel mondo con le piacen-terie, con le raccomandazioni d’ altrui, e tesson da sè stessi il proprio preconio ; il barone de Gianni, che il poeta opportunamente introdusse, per dar col contrasto maggiore risalto alla nobile e modesta indole del Parini, compone una satira contro la baronessa De-giuno, indotto dalla contessa Paola, e dallo spropositato marchese Colombi. La scena, in cui, nel crocchio del governatore, esce fuori la satira, e le due rivali si stanno a fronte, è condotta col più ingegnoso artifizio. Elle si bisticciano, ma con quella collera misurata e di buon genere, che,, senza offender le convenienze, o perder al luogo rispetto, lascia pure trapelare la bile. Il dialogo è piccante, pieno di pungentissimi frizzi. La contessa prepara alla baronessa un perfido colpo, l’insulto più atroce : la costringe a dichiararsi vecchia, conducendo, con la più fina malizia, il discorso sugli elogii, che di lei faceva un de’ primi suoi adoratori. Ella cade nel laccio, e le chiede : Chi è questi ? il cavaliero ? — No. —