246 de’ drammi, alle nozze ; se non che, inteso da Enrico come il barone di Swintz in fine di vita si pentisse de’ suoi peccati e svelasse la innocenza di lui, rientra in sè stesso, perdona, e dà 1’ assenso agli sponsali. Ha molta parte nell’ azione il podestà del luogo, persona, con poco rispetto alla carica, assai ridicola, e così preso e infatuato della sua gran dignità che ad ogni istante l’ha in bocca, e a tutto andar la ricorda. Del resto, ottimo galantuomo, che s’intromette tra il padre, la figlia e lo sposo ; si fa il paraninfo d’ Amalia ; e tanto si compiace in quella idea che già ne vede nascere i pargoletti, e di loro le canta, senza malizia : Dovrai pur dire un giorno Li lia fatti il podestà. La musica, come primo lavoro d’ un giovane ingegno, non vuol essere giudicata con soverchia severità. Ella mostra in lui bonis-sime disposizioni, un estro facile e vivace, massime nel giocoso, eh’ è la parte migliore dello spartito, poiché esso appunto si compone di serio e di buffo, come esigeva lo spiritoso libretto. Per questa vena facile e festiva, si nota 1’ aria del buffo, il duetto tra questo e