88 1’ aria del sorbetto. A mostrarne l’intimo pregio, a farne distinguere tutte le riposte bellezze, dovevano venir la Brambilla e il Bettini, e per loro conosciamo, ora soltanto, que’ canti ; e’ sono una parte nuova dello spettacolo. Al quale proposito, non possiamo dispensarci da una assai ovvia considerazione : quanto non dev’ essere il dolore d’ un povero maestro, il quale ha la coscienza del proprio lavoro, quando per opera altrui ne vede mancare 1’ effetto, che in sè medesimo ei vede e sente ; e quanto dee ridere di certi superficiali giudicii di chi non sa addentrarsi nella ragion delle cose, e dal fatto solo argomenta ! La nuova fortuna di que’ canti sta in questo che la Brambilla., nella sua romanza, non esagera il colore di quella piuttosto lugubre melodia, eh’ ella ne rende purissima la nota con la voce più bella, nitida, intonata, e l’anima con tutta l’espressione, che può suggerire la più perfetta drammatica. Il Bettini ha la più soave voce di perfetto tenore, e la modula con certi suoi passi di maniera, con certe finitissime sue filature, che danno gran sentimento al suo canto. Per questo, per 1’ unito valore di questa doppia arte, che dà