131 introduzione alla cabaletta nella cavatina di Giovanna ; 1’ altra alla parte di Valderta nel duetto fra le due donne, e quel magnifico Qui si freme del coro, nella scena terza. li non di meno tutti i più bei luoghi non emerser del pari, e più fiate dovemmo, con dolore, riferirci al passato. Fra quelli, che ottennero maggior effetto, è la cavatina della Bendazzi. Giovanna, dal marito reietta e confinata in un chiostro, esce a piangere solitaria. Le risponde da luuge, con doloroso contrasto, un allegro coro di pescatori, graziosissima melodia, divenuta già popolare, e a’ suoi lamenti si confondono appresso quelli dell’ organo, che accompagna le sacre salmodie delle suore : toccantissima situazione ! L’ adagio, quella specie di preghiera, eh’ ella canta, secondata dal-1’ arpa, e dal corno inglese, è di perfetta bellezza, e la Bendazzi stupendamente anche la esprime. Ella non pure ci tornò qual ne lasciava, nella pienezza e freschezza di quella possente sua voce ; ma acquistò anzi in brio ed espressione di cauto : e qui ed altrove degnamente fu festeggiata. Un altro pezzo, come l’accennata barcarola de’ pescatori, divenuto già classico, e no-