5t3 sarà in centomila bocche. Ci resisteranno i venti, i trenta, ci cadranno i mille, tutti coloro, di cui va incontro a’ desiderii o alle voglie. Per questo rispetto l’annunzio non è tanto un interesse privato, quanto un obbligo pubblico, che si debbe, come ogni altro tributo, pagare. La società, i tempi lo esigono. I bisogni della vita sono infiniti : cambiano le stagioni, si muta di casa e di sito, occorrono ogni giorno cento cose diverse ; ma come farne le provvigioni o gli acquisti, se mancano le informazioni e non si ha nè 1’ uomo, nè il tempo, nè il destro a ritrarle ? Per chi ha una premura, una voglia, e non può sodisfarla, Venezia, città piena d’ ogni grazia di Dio, e d’ ogni argomento a ben vivere, non è diversa d’ una steppa di Russia o del deserto di Sahara. In somma, l’annunzio è affar di coscienza: chi dee farlo e noi fa, pecca contro il prossimo e contro sè stesso, e se ne può imputare le conseguenze. In Francia, in Inghilterra, in America, sono sotto il reggime assoluto dell’ annunzio. Egli è il primo elemento, il più gran fattore, com’ or direbbero, di civiltà. Mettono fino in pubblico le ragazze, che cercan marito ; ned