119 tutta la potenza di voce, certo tutto il calor ■deli’ azione. Il Carrìon, quel duca leggiero e più che leggiero, che passa, poco regalmente, la vita da uno in altro amorazzo, ed è cagione di tante dolorose .catastrofi, sostenne perfettamente il suo carattere, e non fu qui da meno che nel Mosè e nella Sonnambula. Fortunatamente con lui si può largheggiar nella lode, senza cader per nulla in sospetto. La sua grand’ arte si manifestò appunto colà, dove, per non so qual languore, quale monotonia, la musica ha minor effetto : 1’ andante dell’atto secondo, eh’ egli rilevò con 1’ accento e tutte le grazie del canto. E’ disse con eguale passione il duetto con la donna nell’ atto primo e con assai brio 1’ aria : La donna è mobile, nella sua bellezza fatta volgare, ma eh’ ei nobilitò co’ modi più gentili, senza uscir dalla frase. Il quartetto, la gemma più preziosa forse dello spartito, che non aveva avuto nelle due prime rappresentazioni un esito fortunato, fece miglior pruova alla terza. La Filippi, Maddalena, eh’ era ammalata, si riebbe ed operò del suo meglio. Il Nerini rappresentò da par suo