198 e li rese filosoficamente, cioè con quell’ arte vera, che dipigne la natura. Nulla di più grande del famoso soliloquio dell’ essere o non essere. In esso si parve tutto l’attore : si può dirlo così, ma non meglio. Lo stesso successe nella nobile ed eroica parte del Cittadino di Gand. Quegli era 1’ uomo : e’ si levò all’ altezza del concetto storico, o, se meglio si voglia, politico ; e la manifestazione da ultimo del grande mistero di sè stesso, dinanzi a quel tiranno d’ Alba, fu cosa sublime, pareggiò, non eh’ altro, la memoria da altri in quel dramma lasciata. Nell’ Oreste rimase indietro un tantino a sè stesso : forse quella sera non era in vena. Simiglianti accidenti accadono, come a’ poeti, così a tutti coloro che professano le arti d’immaginazione ; ed ei tutte non colse le belle situazioni della tragedia, non si vide in tutte la filosofia dell’ Amleto ; avendo sacrificato talora 1’ arte all’ effetto ; e 1’ effetto non fu nè meno sempre raggiunto. Ma egli ha ben altro peccato sull’ anima ' osò porre la mano violenta in una creazione di Shakspeare, e per porla in iscena, e mostrarsi in una nuova parte, raffazzonò a suo taglio' (oh sacrilegio !) il Re Lear. Taglia di