631 UDXXVII, AGOSTO. 632 conte Alberto Scotto, di 15. Qual avisa conio Antonio da Leva ha fatto proclamar et dato tempo in Milano, che lutti li casamenti et arbori di fora da li repari tanto quanto poi tirare uno archo-huso siano minati et tagliati. Domanda a milanesi di novo 3000 scuti oltra che habbia detenuti molli zenlilhomeni et mercadanti. Dimanda in specialità anche denari. Detto Antonio da Leva ha levalo le zente erairt) in Monza, et le ha ridilli© in Milano, el non tiene di Monza se non il castello. Bel campo, da Marignano, del proveditor seneral Contarmi, di 16....... . . ...... i 420 Hi Anglia, di sier Marco Antonio Venier el dotor, orator, fo lettere date a Londra adì 23, et adì 30 Luio. Scrive, come de qui per tre zorni è slà falò- dezuni et procession per la libe-ralion del Papa. Jtcìn, è sta proclamata a Cales che si babbi a far la fiera franca come si fa in Anversa et a Bruzn ; et questo per la capilula'.ione fatta col re Chrlstianissimo. Scrive, il reverendissimo Cardinal Eboracense zonlo di là a Bologna inlroe honoratissimamente ; fatto archi triumphali con uno lanzinech et uno spagnol, el qual voleva amazar una donna et un Cardinal li dava la man ; quasi dicat spagnoli voleno signorizar Italia, et il Cardinal Eboracense sarà quello la deliberarà. Et per lettere di Gasparo Spinelli suo secretarlo di 30, da Londra, vidi che scrive a Lodovico suo fratello queste parole: Siamo stali a Syon a visilatione del reverendo Pazeo, qual fa una vita in quel bel luoco beala., Si sta nel suo ha-bilo clerical circumdato da tanti libri, che per me non ne ho veduto in una massa tanti giamai. S’è fatto optimo hebreo et caldeo ; el hora Con la co-gnition di queste lettere è inlrato alla coretion del Vechio Testamento, nel qual ritrova tanti errori, et così nel Psalterio, eh’è cosa stupenda; ha già coretto tutto lo Ecclesiastico, et Ira pochi zorni li darà in luce. Va dietro a li prefetti et secundo (?) che 42o* serà opera dignissima, con la qual si farà immortale. Come sia impressa la prima parte, darò opera che l’habiate. Bi Franga, d’Amiens, di sier Sebastian Justinian el cavalier, orator, di 5. Del trovarsi il re Chrlstianissimo con il Cardinal di Anglia Pi con grandissimi honori et trionfi. Et su queste scrive longo. Et colloquii hauti insieme ; et come ditto Cardinal disse al nostro Orator : « La Signoria ha tolto Ravenna ;'non è da suporlar che la Chiesia sia spoiata Copia di una lettera di Franga, di Hironimo 421 da Canal secretarlo di V orator Justinian, d'Amiens, adì 5 Avosto 1527 ; scritta a pre' Tornio Fontana; ricevuta adì 20 ditto. Come, a li 28 del preterito scrisse del partir del Re da Paris con la corte, et che noi partissamo doi zorni apresso. Et così partimo il Marti alli 30 dapoi disnar, et facessemo 16 milia di bon camino, et dormino ad uno loco dillo Luserta,con gran caldo. Alli 31 cavilchasemo più di 40 milia con fredo et anche piogia, et disnassemo a Claramonte, che è castello assai bello, de dove discese Orlando tanto famoso ; et cenassemo el dormisseino ad uno piccolo luoco dillo Bertuol. El per esser la furia di la corte per tutti questi loci, allogiamo un puoco male, et distiamo al primo di l’istante lì ; et poi facessemo 22 milia, el venitno alle 21 hora qui in Amiens, che è assai gran terra, ma fatta secundo il paese, perchè le caxe son tutte di legname, el vi è una furia di allogiar per tante zente francese et inglese che concorralo. Noi siamo assai ben allo-giali, et io ho una bona camera con mi et galanterie ; se ha uno giardinaio, et il patron di caxa se è retirato in una camera con sua moglier et ne ha lassato il resto di la caxa. El lenimo qui in caxa do mule el uno cavallo ; lo resto è fuori a uno vilazo, perchè non puoi star qui tanti cavalli. Questa città è in piano forte, et ha uno piziolo fiume che passa per dentro in diversi rivoli, et le strade sono più nelle di Paris. La chiesa di Nostra Donna, ch’è la principale, è la più bella di Franza ; fatta solamente di pietre di tuffo, ma con bona ar-ehitectura che longo saria narar ; et ha molti quadri bellissimi fatti per fìamengi. Questa Maestà intrò a!li 3 de l’instante senza altra cerimonia; et drieto li era la Illustrissima Madre sua con le altre donne. Alli 4 veramente, che fu beri, il Chistianissimo re invitò lutti li oratori, excelto il legato Salviati, per dapoi disnar ad andar ad incontrar il reverendissimo Eboracense; el due hore dapoi mezodì Sua Maestà montò a cavallo. Avanti ermo tulli li sui zenlilhomeni, et a presso Sua Maestà^ Pur davanti erano li principi et signori del regno. Cum 451* Sua Maestà a man mancha era il Serenissimo re de Navara ; da drieto li signori oratori, et poi tutta la guardia di Sua Maestà a cavallo. Li sguizari erano da le bande di Sua Maestà a piedi; ma reslorono a