9 MDXXVII, MAGGIO. 10 f Sier Francesco Renier fo zudexe di Proprio, qu. sier Jacomo . . . 663.288 Sier Marco Michiel è a la Justilia ve- chia, qu. sier Andrea..... 430.501 Sier Toma Moro fo Cno di XL, qu. sier Anlonio ....... 390 550 Sier Nicolò Boldù fo Cao di XL, qu. sier Hironimo.......410.527 f Sier Marco da cha’ da Pexaro fo Cala-ver, qu. sier Hironimo, qu. sier Luca procurator ...... 676.270 Sier Michiel Nani fo podestà et capila- nio a Bassan, qu. sier Francesco . 402.546 Adì 2. La malina fo lettere di Fiorenza di sier Marco Foscari orator nostro, di 28, hore . .. Come quel zortio erano stati in consulto tutti, come dirò di sotto per una lettera del Pagador copiosa, zerca il concluder di capitoli di la liga, et cusì è stà conclusi et sottoscritti per il clarissimo Pixani et lui. Et la materia che restava del numero di fanti che fiorentini doveatio far, è stà rimessa a quello havesse fatto il Pontefice, overo, non havendo fatto, a quello fosse honesto. Tamen essi fiorentini hanno fatto 8000 fanti, oltra quelli hanno in guardia di le terre. Scrive, esser fuziti questa notte di Fiorenza da 60 di quelli zoveni che andono al palazo et feriteno il Confalonier et quelPaltro di Signori. Inimici sono mia 26 lontano su quel di Siena, con la testa verso Fiorenza et la coda verso Siena. Il campo nostro vegnirà a passar di là, alozarà mia ... lontano in uno loco ditto a la Loza di Pazi. Cussi è stà ordinato. Vene l’orator di Frorenza dicendo haver lettere di soi signori di la conclusion, et sono intrati in la nostra liga, disposti a non mancar mai nè far alcun accordo con li cesarei. Vene l’orator di Franza, dicendo di certa casa per lui comprata a Verona, fo di Rambaldi, intervenendo cose parlicular, et li .fo comunicato quanto si havia per le nostre lettere da Fiorenza. Vene l’orator di Anglia, et disse esser venuto per saper di novo, et li fo dito quello si havea di Fiorenza de inimici et di nostri campi. In questa matina se intese il morbo esser api-zato in la contrà di S. Malgarita, morta una femena in caxa di sier Beneto Badoer qu. sier Orso. 2* Di sier Alvìxe Pixani procurator, prove-ditor zeneral, date a Castello apresso a Fiorenza, a di 29, hore .. . Come beri concluseno la liga con li Signori Fiorentini, sicome per le lettere scritte beri insieme con l’Orator si haverà inleso, et poi tornorono al campo con il signor Capitanio zeneral et lui Provedilor, et diman andarano a lo alzamento di là di Fiorenza mia ... a la Loza di Pazi. Scrive zerca danari, et come il proveditor Vitturi è a Borgo S. Lorenzo, però che quel capitanio di sguizari non voleva andar avanti senza haver danari, et poi li è stà mandati ducati. . . milia et dato danari ; sichè unitamente li exerciti passeranno per Fiorenza andando allo alozamento ordinato. Scrive, ha hauto aviso da Roma di la cónclu-sion di una nova liga con il Pontefice in la qual è molto cargata la Signoria nostra; sichè bisogna danari et poi danari, et tien non sia fatta senza voler di la Signoria nostra, ut in litteris. Di sier Zuan Vitturi proveditor zeneral, date a Borgo S. Lorenzo, in catto,po, a dì 29. Come ha hauto gran diflìcultà ad assetar questi sguizari e farli levar de qui. perchè non voleano ca-minar inanzi se non erano nasali intecralmenfe del lutto. Pur il clarissimo Pixani mi ha mandalo da Fiorpnza nna summa di danari, et cussi a tutti li capitani di sguizari et grisoni ne ho dato parte, et ho facto tanto cum promissione et bone parole, che in questa hora si levano de qui et andarano ad allocar questa notte alla Loptia dei Pazi distante da Fiorenza dui miglia, et io me ne andarò con loro, pprchè lo illustrissimo signor Marchexe et signor Dnca asnedano che queste genie se spingano inanti. Idio sa le fatiche che io solo ho hauto con queste gente in questi ciorni, perchè sono di sorte che non voleno zanze nè parole, tamen la desterità che io ho usalo li ha facto caminar hozi, et se non era io qui con loro, essendo andato ii signor Marchexe et tutti a Fiorenza, seguiva qualche disordine. Perchè, hora che’! suo capitanio generai cum doi altri capi vuol partir, et che lui gli suadeva che più non andassero avanti, facilmente se sariano tutti partiti con pericolo di questa impresa. Pur è stà acquietali tutti. Io non poria dir li gran danni che fanno questè gente di Francesco monsignor fratello del signor Marchese, che turchi non fariano li danni che fanno loro, et li inimici non fanno tanto male, et tamen non vieneno castigati, et per non esser loro pagali se fanno cosi licentiosi. In questa hora io cavalco con queste gente verso 3 Fiorenza, per andar ad alozar a le Ca’ di Pazi. Post scripta. Hessendo in questa hora per montar a cavallo, ho hauto lettere del clarissimo orator Foscari, qual scrive la liga a Roma esser