349 MDXXVII, GrUONO. 350 23*2* Vene l’orator di Milan notificando il partir del suo signor duea di Cremona, per andar in campo eie. Da poi disnar fo Pregadi comandato per la terra ; ma fo per la cosa di sier Piero Lion qu. sier Alvise, qual have per moglie la fia del conte Zuan Brandolin, et voi il possesso di Val de Marin. Qual la Signoria ha terminalo si vadi in Pregadi. Et prima si andò a uno parentado di sier Michiel da Leze, da poi reduto il Pregadi fo letto le soprascritte lettere, et mandali fuora chi non meleva ballota et li parenti. Tamen i volseno star come parte, nè fu nominato el Conseio. Et primo parloe domino Francesco Fileto dotor avochato di sier Piero Lion, rechiedendo con l’autorità del Senato poter haver il possesso di quello li è stà dato in dota di Val de Marin, qual fo dato in feudo nobil et zenlil per il Senato del 14 ... . ......al conte ........ Brandolin, mostrando il testamento suo el un conseio di Baldo et Filippo Decio, che in li feudi etiam femene po-leno sucieder, mostrando la investitura di la Signoria etc. Et li rispose domino Alvise da Noal dotor, avo- chalo del conte......Brandolin suo nipote, dicendo non bisogna questa autorità, perche non havendo heriedi mascoli il conte Zuanne, viene a lui et suo fiol eie. et fece optima renga. Et volendo risponder, fo remesso a uno altro Conseio ; et cussi fo licentiali. Et restò Pregadi suso, et vene letere di le poste da Crema, del Podestà et capitario, di 17. Manda questo riporlo. 11 servitor dela abbatia di Cerelo, qual viene da Saona, reporla che Mercore passato adì 12 del presente, il signor Pietro Navara armiragio regio in Saona fece marchiare 1500 Ira guasconi et italiani in circha verso Asti, per unirse con le gente di monsignor di Lutrecht che sono 500 lanze et 10 milia fanti, perehi così li era slà sento et ordinato per tre poste. Quale, Martedì gionsepo in Saona, alento che le gente di esso Laulrech del continuo et con grande soliciludine marchiava 233 verso Lombardia. Et gionto sera nel astesano, per quello se dice farà 8000 fanti, et per questo ellecto da Saona si era partito il capitano Greco Adorno, per andar in dillo astesano a farne 1000. A pedemonti se ritroverano 10 milia sguizari per unirse con ditte genie de Laulrech, et venir ala impresa di Milano. Monsignor dela Moreta si especlava a Saona et in dilto loco starà per gubernatore ; nel qual loco hanno reduto et reducano de continuo in gran forteza, facendo conto de tenirlo. In Zenova dice non si fa apparato alcuno, nè di gente, nè di armala, et del viver li è miglior mercato che in Soa-na, excelto di carne, de la quale ne hanno grandissima carestìa. Lo tormento lì vale ducali 4 in 5 la mina, che sono pexi 11, et non permeteno intrar dentro conladin alcuno. 11 quale servitor se partì da Saona il Mercore adi 12 di questo, et la Zobia pro-xima poi da Zenoa, el è giolito qui in Crema Domenica sera adì 1G del presente. Et hessendo fuori quasi tutti che non mcleno balola in Pregadi et molli di quelli che ballotano etiam, fu posto per li Savii del Conseio et terra ferma una lettera a sier Domenego Contarmi provedilor zeneral, come venendo il signor duca di Milan in campo, non è di indusiar più con quel exercito di tuor qualche honorata impresa. Però con il Senato li scrivemo, che zonto el sii, col nome del Spirilo Santo debbi tender avanti, passar Adda, zoè andar a Marignan, et vedi far il tulio che milanesi non fazino l’arcolto, dandoli il guasto etc. Et olirà 3500 ducati li fo mandati a Brexa et li haverano hauti, non semo per manchai li di danari; con altre parole ut in litteris. Fu presa. Fu posto, per li dilli, una lettera a Zuan di Naldo capo di cavali lizieri, qual adì 13 parti dal campo per venir con 100 cavali in Uavena, come fo scrìlo per la Signoria nostra, et si tien sia zonlo, zoè che ’1 debbi custodir quella cità insieme con li deputati, et non mancharli de ogni favor. Et venendo alcun per intrar dentro, non li lassi entrar che volesse tuorli il dominio, con tal parole, perchè non mancheremo di favor. Al che, sier Alvise Mocemgo el cavalier disse in piedi saria bon chiarir che non lasase intrar alcun, sia chi esser si voglia. El fo 233* conzà alquanto la ditta lettera eie. ' Et volendosi mandar la lettera come è detto di sopra, andò in renga sier Alvixe Capello è di Pre-gadi per danari qu. sier Hironiino, et contradise dicendo si dia parlar chiaramente, et proveder Ravena che la non capiti in man di altri. Et sier Lunardo Emo Savio del Conseio li ri- ' spose, narando le provision falle, sì di ducali 600 fo mandati da prima, come li altri 600 dati, et maislro Antonio di Faenza contestabile inlrato lì, qual haverà 200 fanti. È slà spazà etiam Zuan Piero da Lacise homo valoroso, era col'signor Zanin di'Medici, con 200. Zuan di Naldo intrarà con 100 cavali lizieri, poi è stà manda Zuan Tiepolo in rocha con ducali 400 per dar (a) quel caslelan fiorentin; siché è stà fale quelle provision bisogna, poi quel popolo è marchesa) etc.