403 MDXXVII, GIUGNO. 404 fuora, et milanesi hanno fato 200 fanti per guarda de le porte, et è sta aslreli a dover dar li soldi 20 al zorno che davano ali lanzinech per zorni cinque. Scrive, non si vede che fazino l’arcollo di qua ; poiria esser che lo facesseno di Lomelina ch’é di là di Milan. Itemi, scrive zercha danari. Dì sier Kironìmo da Canal capitanio del Golfo, fo lettere date a Bocha dì Cataro adì 13. Come era lì unito con l’armata di Ragusi, qual era 10 nave, 2 galìe, 1 (usta et 20 bregantini, et lui Capitanio havia 3 galìe compulà la sua, et ne aspe-dava una altra, et vanno per trovar le fuste di mori. 267 Sumario di lettere di sier Domenego Gritti rector e proveditor a Cataro, date a dì 13 Zugno 1527, drisate a sier Francesco suo fiolo. Come, adì 7, 9 et 11 scrisse il successo di le fuste. Questa mattina, il Capitanio del Golpho domino Ilironimo da Canal, con le due fuste et galìa Badoera passorono la boca del Golpho, et me scrisse che subito li mandasse la galìa bastarda Michiela a trovarlo, perchè erano uniti con l’armata ragusea che sono nave numero 10, galie numero 2, fuste numero 1, et bregantini 20 benissimo in ordine. Che andava drieto le fuste per trovarle, che prego missier Domenedio le possine trovar. Et per questi agenti, sì dal Scandarbego come da Castelnovo tutti si hanno offerto, bisognando di soccorso. Io a tutti ho ringratiato con acomodate parole. Et a mia instanlia ho fatto recuperar lutti i presoni, sì di Antivari, Dulzigno et di Perasto, et nel nostro contado non li manca pur una gaiina. Ilo messo tutta la terra in ordine con grandissima fadiga et maxima spexa, perchè non era cosa che fosse bona. Et zà 40 anni, per ditto di tutti, le artellarie non erano stà mosse, et andava in malora. In questa hora 22 ho hauto lettere del podestà dì Budua. Scrive, le dille fusle sono andate a la volta di la Valona, et che hanno visto in terra a Valdinose ditte fusle, le qual hanno svalisalo uno navilio de griegi cargo de for-mazi et alcuni gripeli da Dulzigno. ltem, una bai-chela con 4 frati Observanti, dui de li quali furno fatti schiavi, et a due più vechi fo tagliala la testa, et hanno navigato a terra a terra verso Cavo di Pali. Di qui non ho sali né danari, mi vedo impazato. Sumario di una lettera del campo da Biozo, 267* di 27 Zugno, scritta per sier Zuan Maria Fregosin ad Agustin Abondio suo can-zelier in Venetia. Da poi heri sera successe al tardo una grossa scaramuza, unde ne furono feriti et morti di l’una parte el l’altra a 25 in zerca, et tulli d’archibusi et schioppi. Poi, da bore do in tre di notte, mandai la compagnia d’Aventino et del Vicovaro a bater la strada de Milano, quale se incamporono nel maestro di l’artellaria del signor Antonio da Leyva che veniva a Marignano et lo presero, et uno altro gentilhomo spagnolo, quali sono pregioni boni, et che pagnrù grossa taglia. Presero apresso da 40 barilotti di polvere, qual era condutta al campo loro, che li è slato de molto danno. Nova cavalcata ho mandato fuori. Di quanto seguirà ne darò aviso. Qui se andemo reparando et fortificandosi, et non si manca di le provision debite. Dal campo de la lega presso Monte Bubiala, 268 a li $0 di Zugno 1527. Per avisi che se hanno da Venetia, quelli Signori trattavano di far monsignor di Lulrech capitanio generale di la lega, cosa che non piace ad ogniuno qui ; et tanto più perchè si tiene per cerio che loro Signorie sì resolverano di farlo. Il signor Duca et signor marchese di Saluzo hanno mandato hozi uno trombetta a ricercar la comunità di Orvieto ad voler mandar di gentilhomeni di la terra a parlarli; ma esso trombeta è ritornato dicendo esser stato un gran pezo a la porta de la citlà, et che alcuno non li ha mai voluto prestar audientia, di modo che è stato sforzato parlirse vedendo che ’1 star suo là era invano. Per il che si iudica che quelli homeni presto debbano revoltare et darsi a li imperiali ; et è cosa credibile, perchè hozi al piè del monte di Orvieto erano genie assai nascoste che svalisavano li soldati del campo che passava, quali andavano sbandati. Le qual gente furono scoperte nel passar del signor Duca, qual ancor che li facesse dar la caza, nondimeno non si potè far effeclo alcuno perché salirno il monte et si salvorno in certe grolle del sasso dove è edificala sopra la città. È stalo dillo, che ’1 signor Siara Colonna ha brusato la mità di Monterotondo, zoè quella parte che è del signor Valerio Orsino qual é al servilio