113 MDXXVII, MAGGIO. 114 senza toccare alcuna terra, nè castello per non esser scoperto. Il signor Marchese, per un altra strada, con il resto di le gente d’arme et 300 archibusieri elecli per farli spalle se acoslasse 20 miglia a Roma, ca-minando per questa strada arrivasseno a Vilerbo per aspettare il signor Federico verso Sulri, per la strada di Campaguabrusada per Monterosso et Baccano. Et con questo ordine il dì... partirono per questo effeelo, quale si dovea fare la nocle proxìma passata. Et in questa bora, che sono 4 di notte, non se ha sentito nulla del successo. Havemo inteso per bona via, messer Joan Maria essersi salvato in casa di Madama illustrissima. Hoggi si habbiamo mosso da Marsciano et venuti ad allogiare alle mura di Orvieto, con pioggia, vento grande et sole, il più stranio tempo die mai si vedesse, per una montagna, con li più fastidiosi passi dal mondo, et siamo giunti quasi alle due bore di notte, allogiati in una certa abbatia, nella quale non havemo trovato cosa alcuna di questo mondo. De Roma se ha, che Sabato a dì 11 l’inimici .rin-forzorono le guardie al castello, et che li lanzchi-nechi allogiano tulli in Borgo, et li spagnoli in Banchi, stendendosi tino a Campo di Fiore. Et signor Gentile se partile di Perosa beri a 20 bore. Lettera del ditto, dà presso Orvieto, atti 15. Iliersera non si expedì il cavallaro, et però la mando con questa. De la cavalcata del signor Marchese et signor Federico non se ha ancor inteso altro che questo che scrive il Guizardino da Mon-tetìascone, zoé essere arrivato lì a lui uno il quale dice haver lassalo il prefalo Marchexe a Viterbo, et che della cavalcata non referisse altro, se non che per discretione se può fare iuditio che non babbi avuto effecto quello che se desiderava, il Guizardino sarà qui da mattina, et si consulterà quello che è necessario di risolvere; però mi penso non si moveremo. Saravi forse anco il Marchese, però che il Guizardino, subito che intese quello essere a Viterbo, gli expedì le lettere, per le qual se rizerca lo abocamento. Copia di una lettera dal campo in Marsciano, de dì là Masso 1527, scritta per Piero da Porto a domino Leonardo da Porto dolor, gentilomo vicentino. Hozi è venuto il signor Camillo Ursino a trovar il Duca. Li ho locato la mano, et lui mi ha Piarii di M. Sanuto. — Tom. XLV. ) dillo « io ho la vita per luo fratello » et mi ha dillo che il Papa mandò per missier Polo, et li disse voleva pigliasse carco de uno Orio de Roma, et havia circa 1000 homeni da ben con lui, tulli armali, et il Papa il faceva slar a la guardia sua. Il dì poi, al combatter li dete a guardar una porla di muro,, di la qual parte non vene li inimici, et poi che erano intrali spagnoli in Roma et che il Papa era serato in castello, andò per mirar in castello et non potè, et se retirò ad una. porla con cerca 20 archibusieri, et lui havea l’arcobuso el trovò il signor Camillo che non sapeva dove andar, et missier Polo li disse « venite con mi, che voglio vi salvate » et deliberò morir cum lui, el il menò lino fora di la porta un pezo lonlano, et il signor Camillo non volse I’ andasse più con lui per paura per esser tanti di non esser visto. Missier Polo fece assai, che non si voleva partir, pur per far apiacer al signor Camillo se partite el lia preso il suo viazo verso Civitavechia, demodochè se è salvato certo, et credo veuirà a trovar torsi il campo nostro. Il signor Camillo si ascose in uno fosso et così si è salvato. Del resto di la guerra, credo sa-piate ogni cosa. Se dise inalanti modi, che non so che me dir ; basla che ha sachizalo tutta Roma. Il Papa è in castello lui et quasi lutti lì cardinali con gran tesoro. Ha mandato a dir al Signor, die ha victuarie el si lenirà per parecchi dì, et che ha posta quanta sperauza ha al mondo sopra de lui, et che non si voi più fidar de spagnoli. Dentro li è il signor Renzo el il signor Oralio et altri signori. Di fora è morto Barbone. Loro si gover- 74* nano per collegio et hanno 22 capitani. Ila mandato a dir al Papa, che se voi pagar 300 milia ducati et che vada a slar in Spagna cum tulta la corle. Nui altri marchiamo inaiizi, et il marchese di Saluzo et signor Fedrigo sono andati con archibusieri assai et cavalli per cavare il Papa di castello ; sla notte dieno esser lì. Nui cambiamo a bone giornate, et saremo là fra 4 dì per veder di socorer il Papa per ogni modo. Missier Piero da Porlo era ammalalo in Roma, et così si crede sia pregione. Altro non so che scrivervi de mi : son sano et ben disposto ad ogni cosa. In Marsian, lontan da Perosa 12 milia. VeneTorator di Milan, dicendo haver. . .75 Vene 1’ orator de Ingilterra per saper dì novo ; al qual li lo ledo le lettere si ha hauto di l’Orator S