24 ALVISE, Chiesa di sant’, Erclla nel 4388, con annesso chiosilo di Agosliniane, da Antonia Veniero, veniva dedicata a san Lodovico vescovo di Tolosa. È ora questa chiesa succursale del-F altra, parrocchiale, di san Marziale. AMBASCIATORI. Nei primi tempi non si spedivano ambasciale che per ogni evento speciale; poi vi furono ambasciatori ordinar», stabili, continui alle corti di Vienna, di Francia, di Spagna, di Roma e di Costantinopoli; alla corte di Russia non si mandò ambasciatore che alla line del passato secolo decimot-tavo. Molte leggi particolari, promulgate in diverse epoche, regolavano la elezione e la partenza degli ambasciatori, la condotta dei medesimi nell’ esercizio del lor ministero, quella finalmente da loro osservata al momento del ritorno in patria. L’ambasciatore, tratto sempre dai ricchi patrizii, avvegnaché andava provveduto di scarso stipendio, sceglieva il proprio segretario fra i notai ducali; questo segretario, prima di partire, si presentava al Consiglio dei Dieci per ricevere una cifra, da usarsi nei dispacci segreti, la quale mutavasi ad ogni tratto. L’ ambasciatore aveva, oltre il segretario, un coadiutore, e qualora 1’ ambasciatore fosse stalo d’immatura età, gli si destinava un vecchio senatore, a tutta spesa pubblica, affinchè avesse colla sua prudenza a dirigerlo e a consigliarlo; l’ambasciatore durava nell’ullicio tre anni. Tornando in patria gli ambasciatori doveano leggere al Senato la relazione della condizione fisica e morale dello Stato, che aveano lasciato, relazione, che si poneva nell’ archivio segreto; e per decreto del Senato dell’ anno 4268 rassegnar doveano i doni ricevuti, dei quali esso Senato disponeva a piacimento : permeltevasi però agli ambasciatori d’innestare nelle proprie arme gentilizie quelle della casa sovrana, presso la quale aveano risieduto; ma se da un monarca fossero stati creati cavalieri, non potevano usare altrimenti di quel titolo, venendo invece nominati Cavalieri della stola d’ oro, cioè della repubblica. Alle corti di Napoli, di Torino, di Londra e di Milano non s’inviavano ambasciatori, bensì degli agenti diplomatici, col titolo di Residenti. I Residenti, scelti fra i segretarii del Senato, aveano però tutti i diritti e gli obblighi degli ambasciatori. Secondo le esigenze, oltre le ambasciate ordinarie, avean luogo delle straordinarie. AMBONI, dicevansi i pulpiti nelle chiese, in cui si leggevano le Epistole, i Vangeli e si cantavano i Graduali; se ne veggono ancora in alcune chiese, e sono posti ai due lati esteriori della cappella maggiore.