per avviarsi al porto, e il regalo di rose damaschine, che il detto vescovo mandava per un cherico al doge nel suo passaggio per la isoiella, ed il pasto di pane e di fresche lave dato dal vescovo ai rematori della sua barca, ben ci provano come nei primi tempi mollo semplicemente e bonariamente si celebrasse la festa. Avvicinandosi però il tempo della odierna civiltà, avvede-vansi i Procuratori di san Marco ili supra dello sconcio che dal disordinalo adunamento delle bollegbe dei mercatanti avveniva alla bellezza dell' architettura della piazza, destinala, com’ essi dicevano, « alle funzioni più riguardevoli della repubblica, et ad altre antiche usuali solennità, contrassegni gloriosi della libertà dominante » ; e perciò nel miileseicentottantollo promovevano dal senato una grida, per la quale lutti i capi delle arti portar doveano 1111 mese almeno prima del giorno dell’ Ascensione ai Procuratori anzidetti la nota di tulle le botteghe della relativa arte loro, affinché fosse fatto di esse un regolare compartimento. Finalmente nel millesettecenloseltanlasei per accrescere bellezza alla fiera, il señalo ordinava un nuovo recinto di legno da innalzarsi nella piazza, il quale, condotto da un Bernardino Macarucci, fu di forma clinica, con largo porticato nell’ interno, sotto cui si aprivano le botteghe delle merci le più pregiate, lasciandosi che le altre men nobili facessero di sé mostra nel circuito esteriore. Abbenchè nella ricchezza e nella rarità dei lav ori espostivi fosse la fiera inferiore a quelle dei secoli antecedenti, ad ogni modo le soperchiava nello studio e nella eleganza diligentemente usala dai bottegai nel far spiccare il pregio delle mercanzie, supplendosi pure al difello della copia coll’esporre i lavori dell’ingegno nelle belle arti, laonde i pittori e gli scultori Veneziani consideravano quella fiera siccome il principio della lor gloria. Centro poi quel recinto del sollazzo e della civetteria, vi passeggiavano, la mattina in vesta e cenila, la sera in bauta, le femmine, tra un calpestare delle calcagna, tra urli nei fianchi, un andare avanti pian piano, un andare indietro per necessità, e un aggirarsi alle spinte, dimandando or a questo mercante, or a quello il valsente qua di una cosa, e colà di un’ altra, e fatto più volle battere i polsi a chi ne andava seco loro io compagnia. Allo scoccar di ogni ora forse tremila capi di uomini, congiunti spalla spalla, e immobili quai pietre, vedevansi stare colla faccia levala tulti all’ insù verso F oriuolo attendendo, che per un usciolino di quello certe figure, dette i Magi, per virtù di alcuni ingegni uscissero affin di chinarsi innanzi ad una immagine della Vergine, e per un altro usciolino poi rientrassero : i Magi continuano ancora oggidì a fare quel loro ufficio. Ma ben più che