15 impresa 1’ albero delle Esperidi col mollo di Stazio Diviliis animosa suis si adunava in un edifizio, vicino alle fondamente nuove, appellato la Cavallerizza, unendosi talvolta anche in Arquà nella casa stessa del Petrarca. Fine dell’Accademia era lo stampare ogni specie di opere o degli Accademici, o di edizioni rare o di manoscritti non mai pubblicati, e ciò col danaro, die da tutti i letterali d’Italia si raccoglieva. 11 prodotto della vendila dei lUui, stampati con lutto splendore ed esattezza, era destinato all’accrescimento della biblioteca, cd al coniar medaglie colla effigie dei più illustri Accademici. Il Senato protesse da principio a tutta possanza questo singolare instituto, ma nel 4745 ebbe ad abrogarlo. ACCADEMIA DEI GRANELLESCHI.Nala da bizzarrissimo caso, parve destinata a far rifiorire la bernesca poesia tanto felicemente da contendere la lode a’ padri e ai maèstri di essa, non solamente nella vivezza dei pensieri, ma eziandio nel maneggio delle frasi e dello stile ; aveva pertanto quest’ Accademia sì fatto inco-minciamento. Trovandosi un dopo desinare dell'anno 1745 il patrizio Daniele Farsetti con parecchi giovani per la via di Castello ragionando di piacevoli cose tra di essi, giunti erano passo passo senza avvedersene al convento di san Domenico. Quivi entrar vedendo una brigala, e domandando alcuno quello che ciò inferir si volesse, era lor dello, essere costume di que’ frali fare ogni anno in quel giorno di san Vincenzo Ferreri in onor di lui un’accademia, alla quale ognuno, che ne avesse avuto talento, polea concorrere a recitarvi. Non ci volle più perchè, Irovandosi tutti i delti giovani scioperati, si mettessero fra l’altra gente desiderosi di goder l’Accademia. Letle già parecchie composizioni, alzavasi in fra gli altri un prete Giuseppe Sacchellari, il quale sparutino di persona, con una vocina di zanzara, e con manine di ragliatelo facevasi a recitare in lode di san Vincenzo certa sua canzonacela in cosi nuovo e disusato stile, e tanto ribalda da lasciar ridervi sopra di santa ragione. Passati due giórni, trovandosi Farsetti cogli stessi compagni in piazza di san Marco, scontravano il Saccheilari, onde l’additarlo e l’assaltarlo tulio fu un batter d’occhio. Domandatogli s’egli fosse quel prete, che detto avea su in lode del Ferreri quella canzone e risposto sì, entrarono i giovani nelle lodi di così bella cosa, non senza creder sempre colui, che tutte quelle lodi venissero date alla sua canzone veramente. E perciò, senza accorgersi della ragia, cominciato il prete a far bocchino ridente e a sogghignare, trattesi dalle tasche molle copie della canzone, una delle quali avea