359 HDXXVII, GIUGNO. 354 quel moderno loco per ringraliar la Madonna dalla quale rieognosceva (al beneficio, sentì una voce che la chiamò per il proprio nome, che è Maria, ma non vedendo persona alcuna si spaventò, perchè era sola et in uno bosco. Et ecco che si sentì chiamar un’ altra volta, et guardandosi intorno così come prima, non vide persona alcuna nè altramente rispose, ma più spaventata che prima rimasta, si senti chiamar la terza volta, et alhora rispose dicendo al modo bressano « ben ». Et in quello instante li apparse davanti una Nostra Dona vestita di bianco in habilo monacale, di tanta gravità et bellezza et con tanto splendor in tulio quello loco, che quando costei parla con alcuni et che la è a questo passo, dicono le persone et maxime un mio compare che aposta è andato a trovarla, che la si muda di color et piangie, et quasi diventa mula, et poi ritornala in sé, la dice che non li par licito a dir la consolatone et la suavità di odore che la ricevette. La qual dona presumendo la risposta fatali da quella giovane, disse : « Ben hai risposto, perchè ben hai ricevuto, et ben riceverai ». Poi li disse : « Sappi eh’ io son la Vergine Maria della » qual tanto sei devota ; persevera come bai fatto » fin’hora et non declinar dela tua devotione, che » In serai beata ; et .sappi, questo ch’è il primo di » del presente mese, zoè Magio, il mio figliol ha-» veva parechialo uno flagello sopra de la terra che » mai non fu il simile, et io inzeiiochìata ai piedi » sai, mostrandoli il peto dove lo latai et diman-» doli gratia, impetrai la remissioue di esso fla-t> gello. linde tu haverai a manifestarlo a tutti, et » dir che ognuno vogli dezunar tre sabati in pane y> et aqua, et far penitentia di soi peccali, aziò che » un’altra volta il mio figliolo non si adiri; che » questo faeendo non dubitino di cosa aleuna » et molle altre parole le disse che saria loiigo narrare; et etiam io non me le ricordo. Et poi disparve, lassando in quel loco una flagranza incredibile, ehe fino a questo zorno in gran parte è durata. Et in quello loco si ha con la beneditene et licenlia del ditto reverendo suffragane», et etiam del principale vescovo, principiala una chiesia. Et è uno stupore di le elemosine, le piere, |e calzine, i lavoranti che li concorono, et le grafie che si ob tengo no in quel loco, di sanar stroppiati, illuminar dediti, et altre mirabile gralie^ di modo che ivi vengono le terre più lontane più de cinquanta milia in processione con la croce, non restando persona a caxa. Dicesi che fin bora, tra robbe et danari,, anelli et zoie, se ha per più de 2000 ducati, el ogni zorno Viarii di M, Saboto. — Tom. Z£ V. cresseno le offerte, la devotione et le persone elio spontaneamente vieneno a lavorar con piche in quel monte, che è lutto saxoso. Si pensa che si farà una mirabile fabricha, et si ha mandalo nun-cii a quel reverendissimo Legato ad impetrar la colatione di quello benefitio in el comune di quella terra, aziò non vada iu comedendo, volsi dir in contenda. Io, con la benedilion di Dio ho deliberato andar lì passalo la solenità del Corpo di Chrislo con ditto mio compare, el quale mi ha fallo veder una di quelle monete, che mai vidi il più bel ar-zento. La stampa è da una banda una aquila, et da l’altra uno re con alcune letere che non si pono ben intendere per la vetustà, overo sono earacteri non più visti, benché sono ancora lettere Ialine; ma non si po’ far compostone nè deffinilione del significato, et sono de diverse stampe. Chi ha solo una croce, chi ha santo Faustino et Jovita, chi el nome di Cesare, el chi de altri anchora più antiqui, et sono quasi tulle sta cavale dalle mani de dilla giovene, pagandole a raxon di 8 marcelli la onza. Et lei zioé che ha cavato, ha butalo nella cassa della fabrica, et non vive salvo che di elemosine. Il fratello è guarito senza huraana medicina, et di continuo, benché sia di tenera età, zioé di 12 anni lavora a la iabrica, et diersi che eresse quelle fabriche come fanno le zuche. Non vi potrei dire, non expri-mere in uno quinterno di carta le stupende cose che si dicono, et la raulliludine di gente che ivi coucore in uno zorno. Dicesi hessersi a trovati in processione di le ville trenta a un trailo, che non era restato a caxa persona alcuna. Mi par un’bora, un anno ad arrivarli et baver ancor io una di quelle monete per lenirla adosso per devotione. Uu’allra cosa stupenda vi voglio narare, che è inlravenuta apresso caxa mia, più che non sete voi a la porta di Santo Paterniano. Uno mio compare, havendo affilata parte di la propria casa a uno certo homo di mala sorte che ha una moglie et figlioli pessimi, stimulalo el da me et da li altri vicini, et etiam da mille ollragi che ’I riceveva a la giornata, lo combiò fora di casa; qual mal vo-Ienlieri partendosi et così i figlioli, il magior di loro morde» tosi il diio, disse ad esso, mio compare : « Date (?) di bona voglia, ebe tu non goderai mai in, pace questa caxa » ; et questo fo zà 8 mesi. Partiti costoro fora di casa, esso conzò il lelto de tre soi figlioli in una camera dove stavano i figliali di quel altro, et ogni notte quelli destandosi con una paura el spavento mirabile cridavano. de modo che non potevano baver requie, non lassava 83