252 scro Istriani, variano le opinioni, ad ogni modo ladroni certamente, avveniva, 1’ anno 943, che alcuni di quella canaglia invi-diosi del veneziano gaudio e in pari tempo desiderosi di bottino, di nascosto, la vigilia del giorno della Cesta, penetrassero nel porto, per appiattarsi poi in certe macchie prossime alla cattedrale. Comej il di appresso, si avvedemmo i ribaldi dell’ incorata-ciamento del rito, sbucavano dal nascondiglioj e a mano armala entrati nella chiesa, minacciando, percuotendo, uccidendo, sposi e spose rapivano ad un tratto, il pieno mare con quella povera gioventù a voga arrancata nelle barche lor guadagnando. Tanto improvviso fu il fatto, che in quel subbisso non fu dai Veneziani sguainata una sola spada : ma ben presto essi rimettendosi dallo stupore., e passando alla vendetta, che solennissima giuravano, faceansi a perseguitare i rapitori. Stavano i ladri in un piccolo e diserto porto delle Acque Cuprulane tranquillamente gozzovigliando e intenti a partire la preda, quando i Veneziani li rag-giugnevano : allora non vi fu battaglia., ma carnificina, avvegnaché un solo triestino, o istriano, non ebbe salva la vita, e bravamente, colle lor robe, recuperati furono i fidanzati. Còlto cosi da quella avvisaglia splendidissimo frutto, si statuiva, che a perpetuarne la memoria il detto porto appellar si dovesse Porto delle donzelle, e che una annuale festa celebrar sempre si dovesse in quel giorno, ed era quello della Purificazione di Nostra Signora. Da principio, fattesi dodici statue di legno, per le quali s’ intendeva di raffigurare le spose recuperate, e cui davasi il nome di Marie, solennemente venivano portate in giro per la città (v. Maria de legno) : successivamente sostituitesi ai fantocci dodici donzelle, scelte n’ erano due per ciaschedun sestiere, e delle più vaghe, non più ad uno, ma bensì a que’sette dì, che precedono la Candelaia, dilungandosi la festività. A cura pertanto di due o di quattro dei più ricchi uomini del sestiere superbamente vestite le donzelle, e di gemme adornate, a tale effetto concedendosi, però con pegno, anche le gioie del pubblico, andavano esse ogni giorno sopra molto bene addobbati paliscalmi continuamente girando per i canali della città, or visitando i parenti e gli amici, or lo stesso doge, il quale non potea rifiutarsi di accoglierle e di regalarle, cd eran sempre accompagnate da popolo intento con danze, con musiche e con gara di barche a festeggiarle. Giunto, finalmente, il mattino della Candelaia, portavansi le Marie sopra i detti pa-liscalmi al ducale palagio, d’ onde col doge alla cattedrale di san Pietro muovevano. Udita ivi la messa cantata con molta solennità, si riducevano alla basilica di san Marco affin di ricevere le candele che in quel dì, benedette, soglionsi distribuire ai fedeli; poi col medesimo doge, e dopo lungo giro espressamente fatto