59 lina, Giovambalista Zelolti, Andrea Medola, o Io Schiavone, riportando però Paolo Veronese fra tulli la palma. Nel tempo del regno Italico questa sala formò parte del palazzo del re^ ed i libri furono allora trasportati e collocati nelle sale del Maggior Consiglio, dello Scrutinio ed in altre minori aule dell’ antico palagio ducale. BIBLIOTECHE. BIBLIOTECA pubblica Marciana. Concordano gli storici tulli nell’ asserire , che questa biblioteca ebbe il suo principio da Francesco Petrarca, donatore alla repubblica nel 1362 di alquanti suoi libri ; ma rimasti questi, per oltre due secoli, indegnamente trasandati in una stanzaccia^ e perciò guasti dalla polvere e corrosi dalle figliuole in guisa da non giugnere a noi, 11011 possiamo giustamente riconoscere con quel dono l’incomin-ciamenlo della pubblica biblioteca. Essa piuttosto dee 1’ origine sua all’ altro e splendidissimo dono, che nel 1468 Bessarione cardinale Niceno faceva alla repubblica della sua libreria, ricchissima specialmente di assai rari codici greci manoscritti, i quali furoji tenuti in gelosa custodia finché nel 1515 si stabiliva di edificare un luogo ad essi conveniente, e d’instiUmn; una pubblica biblioteca. Ad imitazione del Bessarione molti altri egregii personaggi donarono successivamente alla pubblica biblioteca libri manoscritti e stampati, fra cui non manca il primo che sia stalo impresso a Venezia (Epistolue Ciceronis ud familiures), autografi di uomini chiarissimi, marmi, bronzi, medaglie^ terre argillari e cammei, fra’ quali quello del Giove Egioco, già illustrato dal Visconti e da Carlo Bianconi. Provveduto sempre dal Senato al maggior decoro del nobile instiluto, ordinato, che gli si dovesse presentare una copia di qualsivoglia libro che venisse stampato nel veneto dominio, ed assegnatagli un’annua dotazione per l’acquisto di libri stranieri, salì ben presto l’instiluto medesimo in altissima fama, e vide gli eruditi di Germania, di Olanda e di Francia far uso frequente dei suoi codici greci, i quali, siccome vedemmo, formano veramente la primitiva e principale sua dovizia, per cui si rese presso le più colte nazioni di Europa celebratissimo. Il governo della biblioteca, fin dai più rimoli tempi, veniva affidato a cittadini eccellenti per dottrina ed erudizione, quali, fra gli altri, Marco Antonio Sabellico, Andrea Navagero, Ballista Nani, Marco Foscarini : ai bibliotecarii era aggiunto un Custode, primo dei quali fu Giovanni Sozomeno da Cipro, ultimo Iacopo Morelli, personaggio singolare per erudizione e grecista di primo ordine, morto bibliotecario nel 1819,