\\ senza queste cure generose, sarebbe rimasto miseramente sconosciuto. Non solo poi nelle case dei socii, ma in taluno altresì de gli amenissimi giardini delle isole di Murano, della Giudecca e di san Giorgio maggiore si tenevano le tornate, leggendosi nelle pubbliche i poeti e i prosatori greci e latini^ nelle private i poeti e i prosatori italiani. Principale dovere dei membri del-I’ Accademia era quello di non appalesar mai di appartenere ad essa, e di vicendevolmente porgersi aiuto coi lumi Ietterai ii e col denaro. Intervenivano essi alle adunanze come se fossero stali semplici uditori, e senza occupar seggi distinti ; osservavano Ira loro tutte le regole della più sincera amicizia, comuni avendo i sollazzi, gli stravizzi, e non ¡stando mai sui convenevoli ; largheggiavano, iniine, di danaro verso que’letterati i quali ne avessero abbisognato, facendo però in modo che colui il quale riceveva il dono ignorasse sempre donde venisse, e chi fosse il donatore, insegnando cosi non solo ad esercitare la liberalità, ma eziandio ad esercitarla senza fasto. Alla carità poi degli Accademici benedicevano le misere donzelle, e i poveretti : le prime per esser fatte abili, ad onta della domestica inopia, ad assaporare iu legittimo modo i diletti di amore venendo dotate, i secondi per essere provveduti, oltreché di nodrimento, anche di educazione, mentre un lettore onorevolmente provvisionato dall’ Accademia, raccor dovea presso di sé il maggior numero dei fanciulli poveri della città affin d‘ instruirli nella volgare e nella latina favella. Finalmente, venuto a morte un socio, tutta si addobbava di emblemi allusivi alle di lui virtù morali, e di negre tappezzerie la sala accademica, nel cui mezzo si posava la bara, collocandosi dirimpetto ad essa, sotto un magnifico baldacchino, la effigie del defunto : poscia, colà ridottisi i socii, recitate veniano in una funebre orazione sue lodi, scolpendosene in pietra l’epitaffio. Tiziai^e Sansovino erano pur essi dell’ Accademia, la quale a generoso prezzo acquistava le lor opere, sì per animare que’ sommi a più grandi cose, sì per sollevar maggiormente la propria celebrità. Per vedute, forse, di ragione di Stato, come or ora vedremo parlando dell’ Accademia Veneziona della fama, quella dei Pellegrini veniva, nell’anno 4595, improvvisamente annullata. ▼ ACCADEMIA VENEZIANA DELLA FAMA. Accademia che per la sublimità degli oggetti, e per la vastità delle idee ha di gran lunga oltiapassato tutte le* altre, veniva instituita nel 4557 dal patrìzio Federigo Badoaro nella stessa sua casa. Sostenuti da costui i più luminosi ufficii della sua repubblica, e varie ambascerie, volse in pensiero, datosi a vita affatto riposata e tranquilla,