253 per pompa nei principali canali, andavano a visitare la chiesa di sunla Maria Formosa, siccome quella eli3 era allora 1’ unica dedicata alla Vergine. Un bizzarro dono riceveva il doge in quella circoslanza. Era tradizione, che i parrocchiani di santa Maria Formosa più di qualunque altro cittadino segnalato si avessero nel recuperamento delle spose, e che dal doge richiesti qual grazia domandassero, rispondessero, bene andar essi conienti, eh’ egli colla Signoria a visitar si recasse la chiesa della contrada loro il giorno della festa della Purificazione. Era tradizione, che il doge soggiunto avesse: e qualar piovesse?, e che i Fprmosani ripetessero : cappelli vi daremo da coprirvi, e se avrete sete vi daremo a bere. In conseguenza pertanto di quelle antiche promesse riceveva il doge dal paroco di santa Maria Formosa il regalo di due fiaschi di malvagia, e di due cappelli di caria dorata, sopra i quali stavano impresse le arme del papa, del doge e del paroco : il doge poi offeriva a questo ultimo un albulo (v. Jlbulo). Terminate così l’ecclesiastiche cerimonie, maggiormente grande facevasi il tripudio in quel dì estremo della festa, festa che già per conviti, per danze, per ¡stravizzi, per puerilità e per amorose avventure ponea tutta sossopra la città ; festa molto licenziosa, in cui amore avea libero imperio, e in cui le femmine volean rifarsi con usura dell’ abituale ristrettezza in che erau tenute ; festa, finalmente., molto dispendiosa, per la quale nientemeno che mille ducati spendevansi per ciascheduna contrada, e le contrade allora erano settnntadue. Per questo motivo nella circostanza della guerra di Chioggia fu quella festa non solamente sospesa, ma eziandio per sempre abrogata : « hoc anno (1379) desiere Venetiis celebrari ludi Mariani ob belli huius pericola imminentia, et expensas: » così trovasi scritto in una annotazione al Caresini. Pace da Forlì descrisse in versi, nel XIV secolo, questa festa, dedicando il poemetto al doge Pietro Gradenigo. MARIEGOLA, MARIGOLA, matricola, o libro, nel quale stavano scritte le leggi sistematiche delle Confraternite e delle Corporazioni ‘Ielle arti. Era di pergamena, e adorna di squisite miniature (chè Farle dello alluminare fu assai fiorente in Venezia) rappresentanti, ora 'n capo, ora in mezzo del volume per lo più il Crocifisso, la Madonna col Bambino e il Santo, o i Santi protettori della Concatenata o Corporazione. MARINA (chiesa di santa). Sin all’anno 1213 fu intitolata '1 vescovo san Liberale; ma trasferito in quell’anno da Costan-(in'ipoli a Venezia il corpo della vergine santa Marina, e deposlo 111 questa chiesa, prese essa d’allora in poi il nome di detta ver-