38 tremila capi vedevansi nella piazza il giorno della festa al momento della partenza del doge per fornire il rito dello sposalizio del mare. 11 bucentoro, naviglio magnifico, retto da tre ammiragli, custodito da cento capi maestri dell’ arsenale, e condotto da centosessantolto artieri dello slesso arsenale, a quattro a quattro per remo, stava già alla riva della Piazzetta. Preceduto da cinquanta Comundadori, dagli scudieri, dallo scalco maggiore, dal maestro di cerimonie e da sei canonici della basilica di san Marco, da quattro segrelarii del senato, e dal grande cancellière, vi entrava il doge, accompagnato dagli ambascialori dei principi e seguilo dai varii magistrati. Alcune galee, alcune grosse barche dorate dello Stato, appellate Peatoni, per privilegio speciale il capo dei Nicoloti, per uguale gli altri capi dell’ arie vetraria, c lina infinità di gondole e di barchette di fogge diverse, piene di Patite, e di curiosi, seguivano il bucentoro tra una doppia schiera di alili navigli ancorati, i quali in segno di fesla sparavano le artiglierie. All’ avvicinarsi del doge alla ¡soletta di santa Elena gli si faceva incontro il patriarca in un Peatone, che attaccandosi, forse con indecenza, alla poppa del bucentoro, venia da esso rimorchiato : benediceva intanto il prelato, fra il canlo delle litanie, una tinozza di acqua e un anello, che dovea esser giltalo nelle onde. Uscito, finalmente, il bucenloro dal porlo di Lio, si versava F acqua benedetta nei mare, e tosto appresso il doge vi lasciava cader 1’ anello, simbolo di quello già dato da papa A-lessandro terzo, cantando in quel mezzo i musici della cappella di san Marco un madrigale. Vòlta indi il bucentoro la prora verso la chiesa di san Nicolò di L/o, assisteva colà il doge a solenne messa, terminata la quale si riduceva al suo palagio per il pubblico banchetto, convitando in quel giorno anche i tre ammiragli e i cento capo-maestri dell’arsenale, che si erano trovati sopra il bucentoro. ASCENSIONE (chiesa della). V. Santa Maria in capo di Broglio. ASFORO. Zafferano Saracinesco, pianta annuale erbacea, detta da Linneo Cliartamus tinctorius, i cui fiori sono adoperati nella tintura per il color di fuoco e di rosa. ASILO, dicevasi il ricovero accordato nelle chiese, in altri luoghi sacri, e negli ospedali a persone macchiate di alcuna colpa; ad ogni modo, per le rimostranze falle nel 1508 dal doge al papa, a Venezia non si accoglievano nelle chiese e nei mona-sterii i ribelli, sicarii e simil gente, e si doveano scacciare i già