77 molli a scaglione, sormontato da stelle, in altri con rabeschi, con aquile, con altri augelli e quadrupedi, con motti e senza, portandola poi tutti nei giorni di lesta ricamata di oro, di perle o di gemme. Usavan costoro giubbe di velluto, o di panno d’oro e di seta, con maniche tagliale e riunite per serici nastri, lasciando vedere alcuna parte della camicia da quelle aperture, tenendo poi stretta con un leggiadro cingolo la giubba. Soprapponevano a quella un mantello di panno d’ oro, di damasco o di tubi chermisino con appuntato cappuccio, che posteriormente cadendo rovesciato con Casto, dimostrava nel suo interiore parimente la particolare impresa spiegata. Coprivano poi la testa con una berretta rossa o nera, la quale avendo termine con un gioiello, pendea verso un degli orecchi, talvolta i capelli, conservali lunghi e folli quanto si avesse più potuto, bizzarramente allacciando con un nastro di seta. Adoperando, finalmente, scarpe verso la punta perforate, adornavansi di collane e di preziosissimi monili. £ poiché vi aveva eziandio un certo numero di gentili donne appellale Compagne, portavano esse pure la impresa sopra una manica «Iella vesta, impresa, che circondata di rabeschi e di fregi non lasciavasi di usare, in occasione di festa, anche sul mezzo della coperta della gondola, sempre di panno scarlatto o chermisino. Or, descritto Tabito, è da sapersi come il fine di quelle Compagnie fosse unicamente l’oneslo sollazzo. E perciò nate precisa-mente nel primo anno del decimoquinto secolo, e avendo avuto termine collo spirare del susseguente, i socii, tra cui principalmente si resero famosi i Semprevivi, gl’ Immortali, i Perpetui, i Sempiterni, i Pavoni, i Felici, i Principali, i Liberali, gli Sbra-gazai, i Fraterni, i Potenti, i Fausti, gli Accesi, i Cortesi, i Floridi e i Reali, i socii, oltreché trattenersi in giuochi molto onorevoli e cavallereschi, dar soleauo festini magnificentissimi, sorprendenti rappresentazioni, laute cene e serenate. I Compagni della Calza dipendevano dall’autorevole tribunale del Consiglio dei Dieci, avendo a giudice loro, oltre il capo e le cariche principali, ¡I magistrato dei Provveditori di Comune, essendo finalmente assistiti da un cappellano, da un segretario, da un notaio e da un nunzio, i quali pure portavano una particolare lor veste. CALZE. Dicevansi anche le brache. Nel 4482, A dicembre, per sentenza del Consiglio dei Dieci fu decapitalo un Bernardino, venendo poscia bruciato il cadavere di lui, perchè « volse forzar ser Hicronimo Foscari per sodomilio, e li taiò le stringhe di le calze in calle di Ca Trivixan a san Bortolamio da sera. » Dall’azione perianto eseguila dall’infame Bernardino, il quale affine di compire le bestiali sue voglie non avrebbe cerio taglialo al