49 BANCO - GIRO. Non pochi doviziosi patrizii, Ira cui si notiino i Tiepoloj i SantUo, i Contarmi, i Pisani, i Dolfiiij i Cappello, i Bailoaro, i Venilramin, i Garzoni, i Cocco_, i Priuli, i Bernardo e i Lipomano, tener solcano hanchi aperti, appellali Banchi eli scritta. Ma, con danno gravissimo del nazionale commercio, andati essi in decadenza^ verso il termine del secolo decimosesto, ordinava il Senato, nel 1585, che sulla pubblica lede aperto fosse sulla piazza di Rialto, a maggior agio dei mercatanti, un pubblico banco, nel quale ciascheduno potesse depositare qualsivoglia somma di danaro da esitarsi e da girarsi a piacere, e senza spesa, e che niun potesse ricusare per tutte le lettere di cambio forestiere di riceverne' il pagamento per banco : per il continuo giro di crediti e di partite venne pertanto il banco anzidetto chiamato Banco-giro. La moneta del banco era affatto immaginaria, abbenchè avesse la denominazione medesima della moneta corrente : la lira di banco, a mòdo di esempio, equivaleva a ducali dodici effettivi, il ducalo di banco si valutava lire nove, soldi dodici. Un patrizio, eletto dal Senato col titolo di Depositario del Banco-giro} soprantendeva a queli’importante insti tu to, i cui pagamenti non eran mai soggetti a quelle funeste dilazioni o a quegl’ inganni, che spesso vediam accadere nei banchi privati. BANCO di scritta, ditta che pagava^ e scontava cambiali. (V. Banco-giro). BANCUM, chiamavasi' cosi una oblazione, che in alcune feste principali della Chiesa i fedeli facevano ai sacri ministri, e che nelle feste di Natale e di Pasqua è ancora in uso a Venezia, col nome di Banca. Osserva, c mollo giustamente, il chiarissimo Gallicciolli^ che partecipando i sacerdoti tulli di quelle offerte senza che tutti dir dovessero la messa, minori scandali e minor mercimonio si vedeano. BANDIZAR, bandire, tanto nel significalo di mandare in bando, (pianto nell’ altro di pubblicare, o comandare per bando. BARA, padrone. BARBA. Usata sempre la barba o le basette, e lor data colle forbici e col rasoio la forma voluta dalla moda dei vari tempi, furono nel 1668 si 1’una che le altre accommiatale quando giunse il ticchio per le parrucche. (V. Paruca). Non ostante però del-1’ostracismo pronunziato allora contro le barbe, Paolo Foscari, solo fra tutti, ebbe il coraggio di serbare ancora la sua. 4