37Í no in (ale opinione, perchè vedeno non esser tempo hora de torli. Tal cose li prelati ancor loro non concludeno, excusándose che non vorrebbeno cader in censura, ateso si conosce chi questo aiuto si dimanda contra el Papa. Pur si crede che questi 244* prelati in secreto darano, et cadauno a parte, perchè lo Irnperntor dà lui le prelature et le permuta, et non vi è episcopo che non pensa di mutare il suo in uno migliore, et per tal causa darano, ancorché in publico niegano de dare. Per la sopra scripta causa, li cavalieri de li 4 ordini : San Jacobo, Cala-tia, Alcantara et Rodi, dicono che loro tengono 500 lande pagale, et le loro persone oblígate contra mori, et serviranp di esse contra infìdeli ; che non teneno danari. Li conventi et ecclesie calhe-drale dicono, che quando cognoscerano lo Impera-tor tenere pace con il Papa et Pranza, crederano che h^guerra si potrà far contra al Turco, et alora, se li sarà consegnato un numero di cavalli et fanti, che pagerano per uno anno, et raandarano li loro thesorieri cum dinari. Li procuratori di le citale dicono, che de dui o tre anni non sarà pagato il servitio che delero per il casamento de l’Imperatore, et che li popoli sono poveri ; et che di questo modo vanno le Corte in longo et irresolute. Vero è che questi di le citate et ecclesie ad instantia di lo Imperatore hanno mandalo per novi mandali più ampli che non teneano, et iudicase che le cilade de-bano aiutare. Del resto, non si potrà saper se non quello ne seguirà pereffecto; però stano fin bora mollo fermi ne le soprascrite opinioni, et se pur alcuno da sé darà, et serà in parliculare et secretamente per ordine suo, però uon serà gran summa ; et intenderà che l’Imperator non vorrebbe haver chiamato queste Corte per honor et reputalion sua. i Lettera del ditto, di 8 Aprii 1527. GitJONO. 372 # sale però, el forsi la più vera è, che sdegnalo di haver dimandalo più volle aiuto, di coslà a P Impera-lor, el lui ha fallo il sordo, et il Canzeliero dicendo che moriva di fame, et cognoscendose meritar assai et tener lo Imperator molta necessità di esso, el presuponendo che, dicendo voler andar in Italia sotto colore di adattar le cose sue non li dovese esser data, anzi li fusse fatta mercede honorevole ; ma opinione è di molli che restarà ingannato, per haver molli nemici gagliardi, tra li quali é il Conscio de l’Imperator et don Joan Manuel, quale dapoi è la corte in questa terra, è stato remesso nel Consilio secreto. Chi dice ancora che havea dimandato lo episcopato di Burgos, qual vaca et vale 20 milia ducati 1’ anno, et pubicamente dicevase che l’havea havulo et poi non è stalo vero; el tulle queste cose insieme fanno fare il soprascrillo iudi-lio. Passando in Ilalia, per quanlo esso Canzeliero mi ha dillo, lo andar suo é solo per rasetar le cose sue et farsi veder a li suoi et poi- ritornar in corte, nè porta autorità nè commission alcuna da lo Imperator perchè non ne ha voluto. Dico bene che li forestieri ne tenerano gran bisogno. Vi sono ancora alcuni che credono che lo Imperator lo revocaci ; ma pochi sono di questo parere. De le cose de Italia ne slaimo in grande dubio da poi se è inteso la relirata del Viceré con perdila de genie et de re-putatione, de la quale seguile la perdita di l’Aquila. Et prima, havendo inteso il Viceré andar verso Roma, credevano che dovesse el Papa esser sforzato pigliar ogni acordo et parlilo et condilione per grave che li fosse offerta, overo fugir di Roma, et lo Imperatore restarne signor et Borbone andar a Firenze et sachegiarla, et in questo modo, havendo dislegata la lega, insignorirse in poco tempo, senza contrasto, di tutta Italia. Hora si contenleriano di molto manco, non obslante che sperano che Dio debba far miraculo al solilo, et già non si fa altra provisione di denari, et Borbone tiene qua dui mandali in posti) per provisione di danari per lo exer-cilo ; ma stanno disperati per non vederli ordine. Credo ancora che da l’allra parte non sia quel modo de danari che saria bisogno, el per tal causa una buona pace saria in proposito di tutte le parte. Qui però hora non parlano parola circa pace, anzi, essendose inteso che ’I Papa ha dato la investitura al fratello del duca di Lorena del reame di Sicilia, lo Imperator ha piglialo tema di questo per risponder a li grandi quando lo hanno suplicato di far pace col Papa et Franza, dicendoli non esser mai mancalo per lui di farla per il passato, nè per il Sono molli giorni che'l Cancelliero ha dillo voler andar in Italia, el lo Imperator era contento ; ma non vi era alcuno che lo credesse. Et si è partilo a 1’ ultimo del passato con animo di passar in Italia. Vero è che se lo Imperator lo rivocasse, ri-tornarebbe ; aggiungendo però a Monferralo non lo revocando passerà, come é opinion che non lo revocará. Che pur s’é inteso Sua Maestà esser sdegnata che in tal tempo li babbi dimandato licentia. Diversamente si parla di questa andata: chi dize per mala contenteza, et questo lo fanno iudica'r le parole che continuo li escono di bocca; chi dice andar con secreta intelligeutia de l’Imperator. La univer- MDXXVII,