1 AS abbiate a chiamare avanli di voi codesti Capi della detta Comunità, incaricandoli di doversi nel termine di giorni olio portare all’ udienza della Signoria nostra; e della esecuzione ne attenderemo le notizie ». « 1 757, 2 aprile. La Serenissima Signoria, al Podestà e Ca-pitanio di Adria e Loreo. — Vi resta con la presente accompagnalo 1’ Agente nostro, onde per la solennità di san Marco abbiate a rilasciare gli ordini più ellìcaci in conformità del praticato, acciocché nel corso di giorni 15 dopo la pubblicazione delle presenti non possa da chiunque comprarsi o vendersi Sturioni, Copesi (Arcipenser Haso, di Linneo) e Porcelle, ma che tutto quello delli suddetti generi, che vanirà in detto frattempo preso dalli pescatori abbia ad esser consegnato all’ Agente nostro al prezzo che fu sempre pratica to_, e ciò per essere abbondantemente provveduti de Sturioni et altro genere suddetto per il prossimo pubblico Banchetto; promettendosi che dalla vostra distinta attenzione sarà ciò eseguito, e degli ordini rilasciati ci renderete distinta-mente avvisali a lume nostro ». Erano poi i pubblici conviti rallegrati dai canti e dai suoni dei più virtuosi musici ; e quella singolarissima femmina, che fu Cassandra Fedele (vissuta nel secolo decimoquinto, e che meritò di salire nella Università di Padova la cattedra di eloquenza e di filosofia) udita fu, giovanetta, improvvisare versi latini dolcissimamente cantando. Sin dal secolo decimosesto vi si rappreseu-tarono eziandio Giuochi e favole pastorali, favole comiche ; dopo il 1605 a queste rappresentazioni si sostituirono solo mottetti c sinfonie eseguite dai musici e sonatori della ducale cappella di san Marco. — (Sala dei). Affm di accogliere più degnamente i convitati si edificava nel palazzo ducale, correndo il 1620 ed essendo doge Antonio Frinii, una apposita sala, che per una galleria andava a congiugnersi alle stanze del principe. Appellata Sala dei banchetti, Domenico Bruni, e Jacopo Pedrali ne pignevano il soffitto a fresco con varie architetture e in tre compartimenti, nei quali operavano Filippo Zanimberti e Giuseppe Alebardi, rappresentando Matteo Ingoli, in quel di mezzo, Venezia a mensa con Nettuno ; lo stesso Zanimberti, Sante Peranda e il giovane Palma abbellivano le pareli della sala con tele. Nel passato secolo Jacopo Guaraña pigneva a fresco nuovamente il soffitto, e vi si appcndeano tre quadri : due di Nicolò Bambini figuranti il Tempo, che scopre ¡a Verità, e la Virtù, che scaccia i Vizii, F altro di Antonio Molinari rappresentante il Trionfo di Bacco.