303 UDXXVII, GIUGNO. 304 27 di Mazo. Come, havendo haulo le ledere scri-loli zerca inimici esser mirali in Roma^... . Da Lodi, di sier Domenego Confarmi prò-veditor zeneral, di IO. Come le zen le è andate «vanii 3 miglia ad alozar. Et atendeva a pagar li Ialiti di mantoana, el come havia aviso Ira Antonio de Leva et'il conte Lodovico di .Belzoioso esser grande inimicilia, Ha che ’1 ditto conte Lodovico ha mandalo il suo locolenente a dimandar salvo condulo di poter venir a parlarli, et cussi li hanno fatto. Scrive, il signor duca di Milan dia vegnir a di 12 li in campo. Item, si mandi danari da pagar le zenle. Da Crema, del Podestà et capitario, di 10: Riporto di uno frate di l' ordine di Sant'Angustino, partito heri a dì 9 da Milano, die hanno fatto et fanno feste grande per esser nassulo uno fiolo a Cesare. Che in Milano se dice, le zenle de la Illustrissima Signoria passano de di in dì, quale con desiderio sono expeclate da la terra. Che pubi ice se dice non esserli più di 1500 lanzinechi; che da poi la berta fatta per il castellano a spagnoli, mai si ha voluto più admeter in castello. Et ragionavano dì farli le Irincee et serarlo ; ma che sono sopra se desti. Et che alcuni spagnoli di quelli che erano in castello, che al presente stanno nel monastero loro, bravano eonlro esso castellano et lavorano a li ripari, a li quali etiam li lanzinechi si affaticano assai. Che si dolevano grandemente de li loro tanti italiani, dicendo erano traditori et che li. haveano • abandonati. Copia di lettere di lo illustrissimo conte Paris Scotto, date a dì 10 a Gnardamiglio. Qui è certo di Modena, che si è data al duca 200» di Ferara et già l’ha fornita, et quelli di la Chie-sia che erano dentro sono partili a la volta di Bologna. Da Udene, del Locotenente, di 9. Manda uua letera haula da , qual dice cussi: 1527, a dì 4 Zugno, in Morpurc. * Clarìssimo signor mìo. Per mie di 30 del passato, dissi a vostra signoria cerca li preparamenti si facevano per l’Au- stria, Stirìa, Carinlìa per l’impresa di Hongarìa. Sono nove mandate a questi commissarii, come de le angarie poste per Sua Maestà, zoè quelle inusi-tade, maxime a capi chìerigati se possano satisfar cum danari, et cussi solicitano se leveranno a li 15 di questo arlellarie de San Vido de Carantan, come io scrissi, per condurle a Citanova. In Austria sono canoni 8 da 100 in zoso, 4 meze colobrine, 6 sacri, lo resto falconi lin al numero de 26 sono bronzo, numero 26 de fero. Lo conte Nicolò da Solm capilanio del Principe,domanda fanti 10 milia de fantarie usate et per niente non voi zente comandate. Dicono che Marco Sitico fa fantarie a la volta de Costanza, le quali herano dedicale per Italia, ma vegnerano a questa impresa de Bongaria. Sono parlamenti assai, come lo Salamanca ha portato danari del re d’Ingil terra, li quali danari dicono gli man la al Papa per coadiuvar le cose sue, maxime contra Turco. L’ho viste di quelle monede, le quale sono d’ oro et valeno raynes 3, caranlani 22 I’ uno. Uno homo d’assai dice lo ditto Salamanca ha portalo ducati 40 milia, li quali sono denari Irati de certe zoie. El par che ’1 Vayvoda non faza conto de li parali de todeschi, anzi dicono fa poca provision, el zà la tregua presente per lo mese passato, et su questo non far stima. Dubitano sìa intelligentia cum lo Signor turco lo ditto Vayvoda, et su questo siano in gran paura. Per questi coif torni, sono penuria di carne, et vai a Viena caranlani do la lira. Per questi lochi non se amaza boi, ma lo sforzo castroni, et non vien boi de Bongaria ; se hanno volesto provar de condurli, li sono stà tòlti per hongarì, el se tien più non si condurà robe de loco ad loco. Missier Andrea Rauber, come scripsi, va a Viena a li 15 di questo. Io ziro con 501 lui et sublrazerò quello potrò se farano impresa alcuna, et subito vostra signoria sarà del lutto particularmente avisata ; uè altro. A dì 13. Fo Santo Antonio di Padoa. Non si fa festa, et li officii sentano. Tamen li Fontegi di la farina a San Marco et a Rialto sono serrali per non vi esser farina. In fonlego valse heri la me-nuta lire .... et quella grossa lire 10. Tamen ne sono assà a molin, et per le aque mal si inasena, et le masenale non poleno venir zoso. Fo mandalo sier Bernardo Donado el proveditor a le biave a farle venir zoso. Vene in Collegio l’oralor di Milan per . .