304 ponte di pietra, che per magnificenza adeguar dovesse i tanti altri nobilissimi edifizii elle in quelle placidissime acque si specchiano. Fra Giocondo, Sansovino, Michelangelo Buonarroti, Palladio e Scamozzi avean già prodotto modelli e disegni, tra i qunli certamenté quello di Palladio appariva il più grandioso e il più acconcio. Interpostosi sempre un qualche accidente fu soltanto nel 1587 che il senato ordinava la esecuzione dell’opera, rigettando però il disegno di Palladio e preferendo invece 1’ altro di un Antonio dal Ponte. Postasi a’dì 9 giugno 1588, fra il sonar a gloria delle campane e lo strepitare dei mastii, la prima pietra dal sagrestano della chiesa di san Giacomo di Rialto, videsi sorgere, nello spazio minore di quattro anni, bello e compiuto il ponte, tutto di marmo d’Istria, con un arco di sessantasci piedi di luce^ e ripartito nella* sua larghezza in tre strade^ e in due ordini di ventiquattro botteghe, unite da due archi con pilastri alla dorica; facea pure 1’ architetto ricorrere sopra amendue i lati del ponte un maestoso cornicione, ponendo a sponda di ciascheduna delle vie minori una nobile balaustrata. Or, quantunque questa gran mole non sia di quel garbo e di quella perfezione che maggiormente avrebbe potuto avere se fosse stata eseguila da più stimati artisti, somma nondimeno appare Ja scienza meccanica adoperala nell’ innalzarla, per la quale non si sfiancarono le altre fabbriche circonstanti facendosi in un terreno assai soffice e limaccioso profondissime fondamenta. Queste, secondo il Martinioni, furon costrutte nel modo seguente : « il lerreuo si cavò piedi 16, . . nel fondo vi fissarono 12 mila pali ili olmo, 6 mila per parte, lunghi piedi 10, e sopra quel battuto vi posero tavoloni di larice grossi un palmo, e fatto il suolo di legname con bordonali pur di larice lunghi piedi 40 ». Dal culmine di questo ponte tuonò per 1’ ultima volta il cannone della repubblica la notte del dodici al tredici maggio 1797. (V. Campo di san Bartolomeo). PONTE dei sospiri. Cavalcavia che univa le nuove prigioni, cioè quelle innalzate nel XVI secolo, al palazzo ducale, e propriamente alle stanze dei Dieci, affinchè i sostenuti comparir potessero al cospetto dei giudici senza accomunarsi con altri. Questo cavalcavia soprapposto al canale detto Bio di palaezo, è lavoro di grande ardimento, considerala la somma altezza in cui trovasi collocato, e fu appellato dai carcerieri ponte dei sospiri, giacche quelli che vi passavano sopra avean certo tutto il motivo di gemere e di sospirare: presentemente in disuso, n’è 1’ uscio murato. Nientedimeno ogni dabben scrittore d’ ollramonti senza sapere, 0 senza ricordarsi, che le prigioni per i colpevoli resi chiari pei