84 private e i libri, nei quali da’ notai esser doveano registrati ¡ nomi di coloro, che lasciato avessero con testamento i beni loro assoggettati a fedecommesso. . CANCELLIER GRANDE. Correndo l’anno 1268, ed essendo doge Lorenzo Tiepolo si tassaron le farine affìn di rifare l’erario delle spese di militari apprestamenti, e trarre eziandio una rendita considerabile e sicura. Al promulgarsi dell’ editto, il popolo cui era sconosciuto qualsivoglia balzello, preso da subito furore si fece ad imprecare, a minacciare, ed a por a sacco eziandio alcune case di gentiluomini considerati siccome promotori della abbor-rita gabella. Ma opportunamente poste in arme alcune schiere di soldati, furono dissipati gli ammulinati, e col supplizio ultimo dei caporioni presto e felicemente avea fine il popolare subuglio, Posciachè per la forza furon sedali i commossi cittadini, molto giudiziosamente a blandir venivasi gli animi loro, ben sapendo Venezia come dandosi un pane e una sassata più facilmente si frenino gli uomini, molto da loro si ottenga e si evitino maggiori disgrazie. Superba la classe degli ottimali delle riverenze e degli onori che si porgevano al capo della repubblica, tratto sempre dalla classe medesima, quasi che a lei stessa venissero tributate quelle considerazioni, molto a malincuore gli altri cittadini scorgeano la burbanza degli ottimati. Si pensò pertanto di confortare anche i cittadini, esclusi di consueto dalle prime cariche, dando loro un altro capo col nome di Canceller grande, di guisa che il doge esser dovesse il primo del patriziato, il Cancelliere grande il primo della cittadinanza. Instituita la nuova carica le si attribuivano non poche e distinte prerogative. Il Can-cellier grande era eletto dal Maggior Consìglio; durava in vita; avea stipendio considerabile; i pii\ilegii stessi dei patrizi^ tolta la voce deliberativa nei Consigli; era capo di tulli i segretarii, e il soscrittore dei pubblici atti. Avea la precedenza sopra gli stessi senatori e sopra lutti gli altri magistrati, eccettuati i Procuratori di san Marco e i Consiglieri. Vestiva veste di porpora; la sua elezione veniva festeggiata alla maniera stessa di quella del doge ; aveva pompe funebri uguali. Dicendosi finalmente, al doge Domino Domino, dicevasi al Cancelliere grande solamente Domino, quando ai patrizii davasi il titolo di Messere, e non altro.