703 MDXXVII, AGOSTO. 704 pochi cavalli, ma assai pedoni di la terra et di le ville propinque. riessendo qualche tre milia fuor di la terra, incontrassemo un messo con lettere del castellano, et un pezo più avanti le zurme de due bastarde, zoè Michiela et Pasqualiga che venivano alla sfilata per li monli fugendo verso la terra ; li qual affirmavano che le galle turchesche erano venute adosso le nostre, et che’l magnifico Capitanio con el Pisani et Gontarini che erano più a largo, et galle preste de remi et de vele, haveano tolto la volta de mar. Le predille due Michiela et Pasqualiga, che erano più tarde et più in terra, vedendosi venir adosso le turchesche, et hessendo propinqui • a terra, fono immediate abandónale, che lutti se gellorono a llaqua, et cosi le galle restorono prese da turchi senza altra contesa, et pochi homeni di quelle roslorono presi o morti, ma molli son slà spogliati tra via da villani. I magnifici sopracomiti Michiel et Pasqualigo, non reputandosi torsi securi nel castello li propinqno de la Bicorna, se tirorno in certo casal infra terra. Inteso questo, subilo feci traversar homeni ad alcuno ponte donde doveano passar li navilii mandati per soccorso a farli ritornar ; el per soccorrer presto se’l fusse slà bisogno el castello de la Bicorna, mandai avanti el magni- 474 fico consier Viaro più expedito, io con el magnifico missier Marco, de cornuti parer mi fermai per far passar zente avanti, et poco da poi cognosciulo non esser bisogno del mio andar di longo, con sua magnificenlia ritornai alla terra. El magnifico Consier con assai homeni a piedi andarono di longo al castello, già mezo abandónalo. Fu expedito immediate a Relimo, et dato nolilia del seguilo aziù des-seno aviso in Candia, che le due bastarde già palmate non venisseno di longo et incautamente ca-desseno in el periculo. Fu etiam provisto ala secu-rilà del castello, et falto quanto si posseva tumultuariamente, el tra gran lurba confusa. Le galle lur-chesche sletero lutto il restante del zorno sorte alla fila sotto el castello tirando qualche fiala colpi de arlellaria ; et se nel castello de la Bicorna fusse slà qualche pezo de arlellaria, opur una coda de spingarda, harìano possulo far gran danno a le galie turchesche; di le qual tandem se ha inteso che Sono le galie del Signor che ritornano de Alexandria, et hanno commission de scorrer fin a Modon Cercando corsari. La sera si levorono tutte, et ha-\endo messo in le due bastarde homeni a suflìeien-tia, remizando se allargorno in mar zerca 5 milia o poco più, et sleteno cosi (ulta la notte. La malina feceno vela fin a mezo zorno voltando, et essendo vento di tramontana, conveneno ritornar al loco primo de Calopada. La galia presa restò con la prova in terra sotto el castello, spogliata et de-serlata prima dai turchi, deinde da turba de ru-stici ; et aziò non si rompesse, fu fatta tirar al meglio si possete un poco avanti et sorta per prova ; et ho fallo dir più fiate al magnifico Capitanio, che è qui in porto, che provedi de farla remurchiar et salvar per boni respelti ; nè par che sua magniti -cenlia attendi a questo per adesso. Io non restarò de solicitar et parlarne se sua magnificenlia vorà ussir de galla, chè fin hora atende a scriver. Una nave passava dopo che gionse el magnifico Capitanio qui, el era mollo larga in mar per montar el capo de Meleca ove erano poco lunlan le turchesche, el 10 li mandai.a far intender che saria bon mandar una galìa per far venir la irave a salvarsi, che ogniuno giudicava esser la nave dei pelegrini ; ma non li parse di mandar galia. lo feci armar una barca con l’armiraio, la qual andò et fece venir la 474* nave in porto, che dice esser da Curzola, la qual aferma che la nave de pelegrini era restata adriedo nele aque di Cerigo per andar di longo a suo camino, a largo di questa isola, per non locar a quella. Se havesse modo de farli a saper, harìa mandato senza rispetto di spesa o fatica per securar la nave. Depositione del conato di la galia Pasqualiga 475 da turchi presa, fatta a Corfù adì 12 Avo-sto 1527. Andrea Ulacho cornilo di la galla bastarda Pasqualiga, venuto alla presentia del clarissimo prove-dilor messer Aguslin da Mulla, referisse come a l’ultimo de Luio era sorto a la Bicorna con el magnifico Capitanio de le bastarde, le galia Pixana et Michiela, in lutto galie 4, ove videno una vela in mar ; per la qual el magnifico capitanio mandò la galia Pixana a sopraveder. Et discoperto esser una galla turchescha, Irelte una bombarda, per il che el magnifico Capitanio se levò con le conserve et andò a quella volta. La qual galea vedendo esser seguita, butlò da*brazo, et tolse la volta del mar ; el el magnifico Capitanio con ditte conserve la seguite ; et 11 magnifico Capitanio tirò primo una arlellaria, et le altre galie fezeno el simile. Per il che la galla lurchesca callo et mandò el suo copano al prefato magnifico Capitanio. Et il sopracomilo Pasqualigo disse a ditto Andrea Ulacho : « per l’amor de Dio non fè dispiacer a dilla galia » ma ben li galioti tirorno a l’arme pali di legno (?) ma non azonzeno