133 MDXXVII, advenire, robando il tempo, et tanto più voluntieri, che in la absentia de messer Horatio n’ ho commissione dal signor Duca. Agiungo adunque a quella dirizzata a messer Baldo, che per homeni venuti di Roma et per lettere, el caso et morte di Borbone successe come ho scritto, et lui sepelito in San Pietro, in la qual chiesia et allo altare proprio dicono esser stati morii da 500 homeni, et reliquie sante disperse et arse, et alcuni dicono anche abruciata la Veronica; et per tutta ditta chiesia sono stalle. Ecco verificate le profezie. La casa anco del-P orator portughese fu in quello impelo observata et fra tre giorni poi sachegiala; et benché ancora non vi sia certeza, dicesi el simile, che Dio noi voglia, di la casa di Madama .... la marchesana di Mantoa, dove molti se sono redutti, et forsi questo per avidità del guadagno, ne sarà casone. Lui et nostro messer Joan Maria se era salvato, et è in dolore extremo per non haver certeza della vno-gliere già in Eugubio gionta a salvamento insieme con madama Lucia Stacola ; che s’el meschino ne havesse notitìa,’ saria pur grande alleviamento de affanni in l’animo suo. Oh Dio ! come di lui ed altri è miserabile il caso ! Et più, a chi più la mala sorte è tocà, inlendesi per ad visi, che da Roma a Napoli mai non si slronca fila di done giovine et pule menate in preda insieme cum le robbe da spagnoli. 0 che martoro de inamorati! mai potutosi consolare per la observantia di l'honore et extrema gelosia romana, vedere hora cattivar et da chi, quello che era unico contento loro. Li presoni maschi sono tenuti di modo separati che ’1 patre noi sa del figlio, non il fratello di 1’ altro, et per ricovero li inimici, inleso el nostro apropinquare, già li hanno minaciato fra tre giorni occiderli, et temo 10 faranno per assecurnrsi di loro in Roma. Dicono 83* che tra spagnoli, et thodeschi per causa di bulino è stata una baruffa, dove più di 300 ne sono morti tra l’una parte et 1’ altra; in la felicità disordinano, nel travaglio si raselano, et già si fortificano et fanno preparamenti per l’andata nostra, et hanno partiti 11 lochi spagnoli et taliani per Banchi et ivi intorno, sino a Campo di Fiori. Li todeschi tutti redutti in Borgo, et radopiate le guarde al castello, il quale hanno principiata battere, et dicono anche voler minare. Oh Dio, che infelice seculo ! Se la mala sorte desse vedere un Pontefice con una turba di cardinali per furia di foco volare in aere ? Dio per sua misericordia ne adiuti lutti, che’l bisogno ci è nel vedere il periculo universal del fare del resto. Et a Roma per supplemento è intrato il cardinale , MAGGIO. 134 Colonna con bene mille villani. Hanno raslellalo quel poco di povertà che era restata per ricovero et conforto di la patria sua. Ecco li modi et governi del Pontefice; a che lui et la infelice Italia P hanno condotto, et cum la sua ruina ci prepara de li altri innocenti et senza colpa di tal cosa. Oli quante volte il signor Duca l’ ha predetto et antivisto el confortato et pregato et proposti li remedii da altri non mai creduti, et eccone li miserandi effetti. Questi nostri francesi, pensando con una grossa coreria a Roma et inverso castello posser guadagnar et cavare il Pontefice, si spinseno a quella volta, et invano si trovano haver faticalo, che li inimici sono siali saldi alle guardie loro. Et hessendo ben forniti, nonché di mule, ma di tanti boni cavalli quanto si pò pensare, poco hanno curato P ussire fuora per guadagnare una rozza. El signor Duca di sanità stà bene, et tuttora travaglia cum la mente per attendere alla recuperatone et salute del Pontefice ; nel che non è per lassare opera alcuna. Et Dio la conceda come Sua Excel-lentia lo desidera et si afalica cum ogni studio et possibile conato. Bascio la mano alla Illustrissima Signoria vostra. Et humilmente in sua bona grazia mi raccomando. Di Orvieto, 14 Maggio 1527, al fuoco, per il fredo et continue piogie che ogni hora cadono. Sottoscritta : •Minimo et fedel servo Urbano. Summario di lettere, di campo, da Orvieto, 84 di . . . Marzo 1527, dal campo. Alli 15,per lettere del Guizardino da Montefiascone, si havea esser arrivato li a lui uno, che dicea haver . lassato quel signor marchexe di Saluzo a Viterbo, et che della cavalcata non referiva altro, ludicasi non havea hauto effetto. Et alli 16 damatlina do-veano esser a bocamento a Orvieto, dove alli 15 di sera era giunto il signor Duca con tutto l’exer-cito, et stimavasi vi saria il signor Marchese, perché’! Guizardino l’havea avisato. Item, che Marti passato il signor duca di Urbino hebbe S. Leo, et messer Horatio vi entrò dentro. Dapoi disnar fo Conseio di X con la Zonta, et 84’; era Vicecao di X, in loco di sier Francesco Foscari, è amalato, sier Hironimo Grimani, stato altre fiate. (i) La carta 84 " è bianca.