387 mdxxxiii. luglio. 388 bona quantità di Tormenti et cussi a Sincgaia, che ’1 sia mandati danari con bomini pratici a comprar fornenti. Fo preso, acciò la parte di far venir le intrude de liabitanti in questa terra, siano per II Collegio di le biave, intervenendo li cai di X come presenti, siano ballotadi do di provedilori a le biave, li quali vadino, videlicet uno. Fu preso certo marca di 10 milia stara for-menti di Puia. Fu ballota ducati 100 della cassa del Conscio di X, per dar a sier Murili Morexini e compugni, vanno con li oflìciuli a le ituxon Vecliie et avocali fiscali fuora a veder li confini di frati, per le spexe farano, a boli conto. Fu posto per li cai la parte dii patriarca nostro di Venctia, qual e tanti zorni che l’è fuora di questa città el non si cura di vegnir a governar il suo clero, però sia preso ohe la materia sia messa al Pregadi ; et non fo manda la parte. El licentiata la zonla, restò il Collegio con li Savi per.............. E poi coi Conscio semplice feno cai di X, dii mexe di luio: sier Piero Trun, sier Zuan Moro et sier Marco Barbarigo, tutti tre stati altre fiate. Di Brexa vene uno cavalaro con lettere, dii qual se intese, come domino Piero di Longena cittadin de lì, rico de intrada, fo condutier nostro, poi casso, era stù morto d i uno suo fiol. In questo zorno sier Piero Diedo qu. sier Francesco, per le noze di sier Francesco suo fiol, mandato in la fia di sier M.irco Dandolo dottor et cavalier fò un grandissimo pasto, procuratori vechi assai 4, consieri el del Conseio di X et zonla, poi di pregadi el altri da zerea 200. Jo fui invidato, ma per sii grandissimi caldi non andai. Vi fu da 30 donne; el falò certa comedia piacevole, poi ballalo iusta il consueto. Dii mexe di Luio 1533. A dì primo Luio, fo San Marzilian ; nè senta li offici, ma le bollege per la terra stanno aperte ancora che sia festa solenne, per (re vittorie tenute in tal zorno contra padoani, contini zenoesi, contri hougari. Et la malina piovete alquanto; ma è stalo questi zorni e note caldi grandissimi et intollerabili. Inlrorono in Collegio sier Domenego Trivixan (1) U carta 1«' è bUnc*. el cavalier, procuralor, sier Duniel Ilenier el sier Lunardo Emo savi di Conseio, et sier Zuan Antonio Venier savio a Terraferma ; mancò sier Marco Antonio Grimani a intrar, el sier Filippo Trun, qual eri vene di dove per il Conseio di X fo mandato come avogador sora li beni di le confiscation falle, sicome ho scritto di sopra, et iamen inlrò poi disnar ; ma il Grimani non é entrato ancora. Introno ctiam sier Piero Trun el sier Zuan Moro qu. sier Damian cai dii Conseio di X, il terzo non inlrò, sier Marco Barbarigo, per la morie di sier Hironimo Barbarigo suo zerman, che morse questa note a hore 8. Vencno li patroni di le galle di Barulo, qual non poleno aver le galle di I’ Arsenal in tempo et voleno refudarle. Introno in Collegio li cai di X con il Collegio di le biave, et elexeno li do provedilori a le biave ad andar a far venir in questa terra le intrade di abitanti, el riuniscilo sier Francesco Barbaro qu. sier Daniel, et sier Lorenzo Barbarigo qu. sier Lorenzo, qual intra sabado, et questi hanno pena a re-fudar. Fo parlalo di redorsi ozi il Collegio con la Signoria et parlar zerca le cose da mar, el fo autor sier Lunardo Emo savio del Conseio, il qual voi far molte provision, el mandar armada contra li corsari fino in Barbaria. Etiam fo terminalo aldir ozi e terminar su le galìc di viazi dieno navegar. Vene in Collegio uno.....Dechiapin fo fra- delio del conte Scipion da Martinengo fo fiol del conte Zuan Maria, fo apici per francesi come mar-cheseo, al tempo fo etiam apicà el conte Alvise Avo-garo in Brexa. Et era con lui alcuni soi parenti ve stili in panni lugubri, dolendosi di la morte dii fratello da Ilironimo Martinengo fo di domino Antonio qu. domino Bernardin el soi seguazi, su la strada publica la maiina a di '26 del passato, non obslanle haveano fatto paxe, suplicando sia processo contra de lui. El il Serenissimo el tulio il Collegio si dolse, dicendo si farà iuslitia. Fo parlato col Collegio di le biave che era sta (rato di fonlego di la farina eri da stara 1000 in zerca, qual corre lire 14, soldi... la mior, Ira li qual 40 stara di ordine di proveditori a le biave .... per far biscotti, che è contra le leze, el fo contesso qucslo a li cai di X dovesscno inquierir, eie. Da poi disnar fo Collegio di la Signoria, el li do proveditori a le biave si scusorono non poter andar per niun modo: sier Lorenzo Barbarigo disse ha 10 fioli senza governo et poi non ba niun fazi le