134 era sostenuto da quattro caudafarìi ; ¡1 Nunzio jvartCìficio gli sfavi a diritta, l' ambasciatore Cosareo a stanca, circondandolo gli altri legati. Immediatamente appresso veniva altro scudiere con un ombrello di drappo d’ oro, poi un gentiluomo, già eletto a reg. gere alcuna provincia, tenendo uno stocco nella guaina. Questo, gli stendardi^ le trombe di argento, il cero,- la sedia e F ombrello vuoisi che fossero segni dell’animo riconoscente di Alessandro papa terzo verso il doge Sebastiano Ziani. Il Giudice del proprio, i Consiglieri, i Capi dei quaranta, gli Avogadori, i Capi dei Dieci, i Censori e i Cavalieri della stola d’oro chiudevano la comitiva. Avvenuta la morte del doge, il Cavaliere si recava a darne 1’ annunzio al Collegio dicendo : « Serenissimo principe, Il Sereni»simo d'immortai memorici, è passato da questa a miglior vita, compianto da tatti gli ordini per le sue rare e singolari virtù. Presento a Vostra Serenità il regio sigillo, e le climi dell’erario per comando degli Eccellentissimi suoi parenti, e per dovere del mio umilissimo ministero. » Rispondevasi al Cavaliere : « Con mollo dispiacere abbiamo sentito la morte del Serenissimo principe di tanta pietà e bontà; perù ne faremo un altro. » Di-sponevasi intanto per l’esposizione, nella diical sala appellala dello Scudo, della statua del doge defunto. Era quel fantoccio abbigliato con dogalina rossa, con manto di broccato d’ oro, con mozzetta di ermellini, e con corno pari-menti di broccato ; avea le mani coperte di guanti bianchi, aurei sproni alle calcagna, tenea lo stocco a destra coll’ impugnatura a rovescio, e giacca in un feretro collocato sopra un palco addobbato di drappi neri. Dal lato della testa delia statua era posto lo stendardo della Scuola di san Nicolò dei marinai, da quello dei piedi stavano i due dell’ arsenale, collo scudo della famiglia arrovesciato, ai quattro fianchi del palco ardevano sopra candelabri altrettante torcie di straordinaria grossezza. Dalla sala dello Scudo era, nelle ore pomeridiane, trasportata la statua nel-l’altra sala del Piovego, e ciò con processione molto solenne. Formavan parte di questa i Consiglieri, i Capi dei Quaranta, il Cancellier grande, gl’ Inferiori, i Segretarii del senato ordinari), gli straordinarii di Cancelleria, i Gastaldi ducali, tutto il clero della basilica, i Comandadori, gli scudieri e il Cavaliere: dodici Arsenalotti, ed altrettanti confratelli della Scuola di san Nicolo dei marinai procedeano con torcie ; quattro capitani di nave, e dodici con spada e bastone recavano, i primi lo scudo sempre arrovesciato, i secondi il feretro, il quale, coll’ ordine stesso c«n'e si trovava nella sala dello Scudo, era collocato nell’altra del P vego. Ridottosi colà il funerale corteggio, i sacerdoti cantavano il vespero dei morti. Nella sera poi del giorno susseguente a