d2 di fondare un’ Accademia, in cui nessuna delle umane cognizioni fòsse trascurala, agevolmente polendo esso mandare ad effetto quel suo divisamente, e perchè ei a fornito di ricchezze oltre misura, e perchè era uno dei più ecudili e scienziati uomini, che vivessero allora a Venezia. Prendendo adunque Federigo per impresa dell’ Accademia la Fama, col mollo « Io volo al del per riposarmi in Dio » disponeva, che dei cento e più individui, ond’ era composta, alcuni leggessero teologia, altri filosofìa ; che vi fossero professori di geometria, di aritmetica, dì astrologia, di musica e di cosmografia ; clic le leggi aver dovessero eziandio professori di canonico e di civile diritto; che maestri \i si trovassero di oratoria, dì poetica, di sloria e di grammatica. Siccome poi egli avea per iscopo di propagar colle stampe libri in ogni materia, così a Paolo liglìuolo di Aldo Manucio affidava la soprantendenza della stamperia, laonde i libri, che ne uscirono, abbenchè in assai poca quantità, vennero sempre reputati bellissimi, facendo anche oggigiorno preziosa e rara comparsa negli scaffali delle migliori biblioteche. Nè le fatiche di Badoaro e degli accademici rislavansi alla sola cultura delle scienze e delle lettere ; imperocché accesi di vera carità per la patria, intendevano pure, con autorità dei Dieci, a dare un miglior ordine alle leggi promulgale dalla repubblica, promovendo ed illustrando tutto ciò che avesse potuto tornare a maggior gloria della repubblica stessa. Aperta ad uso dei sodi, e di qualunque altro avesse voluto profittarne, una sceltissima biblioteca, mollo dilettevoli ed inslrullive erano le tornate per la lettura delle più curiose notizie che si cercavano da tutte le parti del mondo affine di conoscere le scoperte ed invenzioni più utili, informarsi negli affari politici degli altri Stali, e nei metodi tenuti dalle più colte nazioni affin di dilatare le scienze e le lettere. Se non che, la rigidezza delle continue studiose occupazioni rallegrala era soveiJ| dalla ilarità dei conviti, dati con singolare magnificenza dal liberalissimo in-slilutore, laonde Apostolo Zeno molto giudiciosamente ebbe a dire, che : il disegno di quest' accademia era tale, che quasi un sovrano, non che un gentiluomo privato, quale il Badoaro. avrebbe dubitato di non essere sufficiente a pienamente eseguirlo. Opera così grande, così eccellente, così utile e così bene in-stituila era, tre anni dopo il suo nascimento, affatto dìflrutta, e vuoisi che ciò accadesse per fallimento, o per gravi infedeltà commesse da Badoaro nell’ amministrazione ; un decreto del senato del 29 agosto 1561 non solamente aboliva per sempre 1’ Accademia, e minacciava perpetuo confine a colui, il quale a-vesse voluto rinnovarla, ma ordinava eziandìo la incarcerazione dello stesso suo celebre fondatore.