PREFAZIONE Il nome del quattrocentista Marco Cornaro figurerà probabilmente sempre in capo alla storia dell’ Idraulica veneziana. « Uno dei primi » che trattassero tale materia, lo proclamò Apostolo Zeno, « forse dei primi » lo disse il Temanza, e il Filiasi pronunciò su di esso un eguale giudizio 1 ; ma, fino ad ora, nessuno potè trovare chi lo precedesse. In verità il Cecchetti riuscì a scoprire che nel 1449 un Nicolò Cappello lasciava, nel suo testamento, ai Signori del Sai, un libro « bollado de molte bolle de céra... sul fatto « de le aque » contenente « bellissime provision e cosse e parte 37... le maistre a salvar « Venexia »2; senonchè questo libro fu un’ opera contemporanea e raccogliticcia. Quasi contemporaneo, anzi quasi collaboratore di Marco Cornaro fu Nicolò Cappello3, ed il suo lavoro una semplice raccolta di documenti, a somiglianza del Capitolare I dei Savi alle Acque, cui forse il nome del Cappello s’aggiunse, non solo perchè venne iniziato per sua ispirazione nel 1415, essendo lui savio sopra i Lidi, ma anche perchè in esso v’ è il contributo dell’ opera sua4. 1 Fontanini, Bibliot. dell’ Eloq. it., con le Ann. di Ap. Zeno, Venezia, Pasquali, 1753, to. II p. 393, n. 2. Temanza, Dissert. sopra l’antichissimo territorio di S.Ilario, Venezia, Pasquali 1761, p. XXXVI, n. 2. Il Filiasi, ( Veneti primi e secondi, Padova, Semin. 1811, to I p. 69) si esprime così: «Non so se tra i nostri primo a scrivere sulle lagune e i loro interramenti sia stato Marco Cornaro, le cui opere esistono tuttavia inedite». 2 B. Cecchetti, La Vita dei Veneziani, nel 1300, in Arch. Ven., a. 1885, to. XXIX, p. I, p. 20. 3 Scritt.» II, in fine dell’Appendice alla parte IV. 1 Nel 1415, per provvedere alla conservazione dei due porti di S. Nicolò e di Malamocco e della laguna, minacciati dalla Brenta e dagli altri fiumi minori, ve- nivano aggiunti dal Senato altri sei savi ai sei già eletti nel 1410 perchè meglio studiassero le cose, con l’aiuto di marinai, piloti, pescatori, uomini pratici, insieme con un consigliere del doge, un capo della Quarantia, un Savio del Consiglio, un Savio agli Ordini. Si andava cosi man mano preparando quel Collegio delle Acque stabile ed autonomo, che era stato tentato invano nel 1399 e che fu poi creato dal Consiglio dei X nel 1505. (Orlandint, Il Ven. Magistr. alle Acque, Estratto dell’Ateneo Ven., voi. I, fase. 2 e 3, 1906, p. 39). Una delle prime opere del duodecemvirato del 1415, fu appunto, per ispirazione del Cappello, il Capitolare alle Acque. Infatti nella copia che oggi si conserva, leggesi