i6o MARCO CORNARO Chiusura I. Con la costruzione dell’ argine non tutte le bocche d’ acqua dolce furono chiuse, sia per la necessità di far funzionare i molini e le gualchiere o lavatoi di lana che si trovavano su di esse *, sia per aver 1’ acqua da bere per la città. Nel 1327 si ordinava che le foci del fiume di Oriago (il ramo Brenta-Fusina allora quasi interrato per il ristagno) 2 e il ramo del Visignone minore (anche questo, mezzo interrato per la stessa ragione) 3 venissero chiuse a vantaggio dell’ argine 4. Nel 1328, per maggiore prudenza, « prò meliori cautione » se ne facevano chiuder delle altre : quella del lago di S. Onofrio, che era già sbarrata da una palizzata e per la quale non passava nessuno5; quella del lago di Vigo, cioè del Canal di Vigo, emissario del lago e continuazione del Canal di S. Ilario, in cui si riversavano acque della Brenta, di sotto alla Mira 8, la bocca dei molini di Ca’ alle valli, adattatissime per uccellare (pantiere) e di 34 case campestri (formerie) fra Bucatico e Tombello. Forse i Valier tirarono fuori questa carta in quei giorni del 1453, nei quali si trattò di avere dei risarcimenti per i loro molini sul Laronzello inutilizzati dalla diversione della Corbola, molini eh’ essi avevano avuto da tempi immemorabili dagli abati di S. Ilario (Scrittura II, Parte II, pp. 93-95 n.e e Cecchetti, La vita dei Veneziani in Arch. Ven. n. s. to. XXVIII, pa. II, p. 281). La pubblicò per primo lo Zendrini in fac simile (Voi. I, tav. I) e da poco il Marzemin, anche lui in fac simile; qui essa ora viene riprodotta fedelmente. Il Temanza nella sua Dissertazione sopra l'antichissimo territorio di S. Ilario, sentendo il bisogno di orientare il lettore e non conoscendo questa carta, ne allegò una di sua invenzione (tav. VI), in cui egli ricostruiva la configurazione del nostro territorio, basandosi sui documenti del Codice del Piovego e forse anche su carte più recenti, come quelle del Cinquecento, da noi pur riprodotte. Ma nella carta di lui vi sono degli errori non pochi, principi i seguenti : che la Brenta della Ponta dei Lovi vi è scambiata con la Brenta di Oriago-Fusina e questa, a sua volta, col fiume di S. Ilario (ved. p. 162 n.a 1 sui due Visignoni). 1 Lungo tutto il margine del continente allo sbocco degl’ innumerevoli corsi d’ acqna dolce v’ erano molini : i molini dei Valier sul Laronzello, di Francesco delle Arche da S. Barnaba e di un Salomone ebreo sul Volpadego, dei Marcello sulla Lenzina e sul Visignone, dei Minotto sul fiume di Oriago ovvero sulla Brenta, dei Zeno in Pignigo fra la Brenta e il Bottenigo (vedi note innanzi). E vicino a questi molini c’ erano gualchiere o folli o battitoi per la lana e per altre specie di stoffe. I Minotto ne avevano uno, proprio presso ai loro molini, « domum tintorie versus Brentam .... in lecto dicti fluminis » (Cod, Pubi., c. 289). Intorno allo stesso tempo (il 29 ag. 1317) si concedeva al fustagnaio Bernardo un tratto di terreno di qua della « pallatam nostram de Butinigo versus Veneti as .... prò lavando et blanchizando ibi fustagnos » (Arch. Sta. Ven., Savi Acque, n. 342, Capit. I, c. 39‘). 2 In un doc. del 1326 si legge : « flumen Oriagi sive Brente cum toto suo lecto, nunc atterrato et ad-monito » {Cod. Pubi., c. 487* e Minotto, op. cit., Erster Band p. 290). Il « nunc » fa pensare che fosse in tale stato da poco, anzi da allora, e certo per effetto della costruzione dell’ argine. 3 Nel 1332 si proporrà di chiudere la fossa del Moranzan, perchè dal fiume Oriago trasportava acque torbide nei due Visignoni (ved. innanzi). 4 3 Gennaio 1327. — Gli officiali sopra gli Argini « possint facere Claudi duas buchas sive illam Li^efu-sine et illam de Visignono secho (il minore, ved. innanzi) prout consulunt instructi in talibus et hoc prò bono aggeris » (Capitol. I, c. 13). 6 Questo lago si trovava non lontano da quelli della Tergola e di S. Maria, cioè presso la foce della Brenta di Fusina. La chiesa di S. Onofrio trovavasi nel letto del fiume » in flumine Brenta sive Oriagi.... in lecto dicti fluminis ». Dalla riva della Brenta al pilastro del portico di pietra viva della chiesa correvano 10 passi soltanto (Codex Pubi. c. 289). 6 Vicolo era stata una villa fiorente una trentina d’anni prima del 1178; in questo anno invece, esso era, a detta di un testimonio, una palude « villa que dicebatur Viculus et modo est palus ». Il lago di Vigo trovavasi sulla riva destra del fiume di S. Ilario « prope exitum in aquam salsam » ; metteva capo in esso il fiume di S. Ilario e da esso principiava il Canale di Vigo, che sboccava davanti a S. Giorgio in Alga (ved. carta Valier).