SCRITTURA II. - APPENDICE 169 rastrellare il fondo con rastrelli di ferro nel tempo del riflusso1. Insomma da S. Marco di Lama (bocca aperta della Brenta) a S. Nicolò della Cavana (porto) era una desolazione. Dinanzi a un tale disordine, non sapendo e non potendo fare di meglio, si tornò a pensare alla riammissione della Brenta in laguna. Apertura 11. Il 29 luglio 1359, si decretava di chiudere la bocca della Lenzina, affinchè l’acqua, che usciva di là, venendo verso il Visignone e la Tergola, imprimesse rapidità di movimento al porto di S. Nicolò. Perchè tenesse questa via, cioè la via del Canal della Giudecca, si ordinava di costruire una « saraia » una specie di parete « inter lenzinam et bolpaticum » ; perchè dubitavasi che la violenza dell’ acqua potesse rompere una tal opera, s’ aggiungeva di aprire fra la Tergola e il Visignone quante bocche fosse necessario per compensazione 1’ esecuzione al capo delle poste (capiti postarti 111), Nel 1360 si ordinava lo scavo del canale 1 Capitol. I, c. 28* e Zendrini, op. cit., vol. I, P. 43- Nel 1351 si decretava di non porre grisuole per impedire 1’ interramento della laguna (Ved. Par. II, p. 94 n.a). 2 29 luglio 1359. « Quod bucha de Lenzina que di-citur molendina de cha Marcello claudatur eo quod aqua que habet cursum inde curet versus Vissignonum et Tergolam et sic dabit cursum portui nostro et quod aqua licet dicta bucha clauderetur non faciet viam per canale Judeche ut detur sibi causa quod inde transeat et discurat fiat una seraia sive clausura inter Lenzinam et Bolpadicum sicut videbitur utile per cursum aque per tressum quod erit valde utile portui nostro pre-dicto et universaliter toti terre et quia intentio aliquo-rum cum quibus dicti Sapientes habuerunt consilium est quod tantum aque habundaret quod seraia sive clausura predicta durare non possit ex nunc aperiatur inter Tergolam et Vissignonum tantum quantum claudetur de dieta seraia sive clausura.... Et hec committantur Capitibus postarum » (Capii. I, c. 28*). 3 29 luglio 1360. « Quia eundo Mestrem per aquam sicut notum est inter S. Iulianum et S. Secundhm est tantum siccum quod barche vacue illac transire non possunt quod inducit periculum et sinistrum omnibus transeuntibus. Vadit pars quod iuxta consilium potestatis Mestre cavetur ibi quantum erit necessarium cum uno de pontonis nostris, qui cavant in Venetiis, quod mittatur illue per dominium. Et pro solvendis expensis necessariis pro hoc exigantur parvi quatuor a qualibet barcha et navigio quod et que ibit et re-dibit videlicet quatuor eundo et quatuor redeundo usque ad complementum exspensarum» (Capii. I, c. 28). Qui si parla del canal lagunare, che andava fra S. Giuliano e S. Secondo, interrato non tanto dal Mar-zénego o fiume di Mestre, che sboccava in laguna di Campalto al porto di Cavergnago (fu opera sua pro- della sopraddetta chiusura. E ne veniva affidata cioè al capo delle stazioni daziarie 2. conducente a Mestre 3, l’apertura del porto di babilmente il cono di deiezione o punta, su cui sorgeva nel 1500 la villa Morosini, Par. III p. 109 n. 2) quanto da altri canali e anche dal Bottenigo, le cui acque erano costrette a riversarvisi in buona parte per il recente prolungamento dell’ argine. Il Canal salso o cava Gradeniga non esisteva ancora ; doveva però esistervi un piccolo canale, probabilmente un piccolo ramo del Marzénego stesso, e precisamente quel Coregio, che è ricordato anche nel testamento di Nicolò Corner, zio del Nostro, nel 1341, quale confine dei suoi possessi da queste parti. Infatti « Coregio o canal di S. Zulian » ai tempi del Nostro era detto il canale, che congiungeva Mar-ghera con Mestre. Dicemmo altrove: nel 1184 a Marghera sorgeva già da tempo un ospitale od albergo per facilitare il passaggio dei viaggiatori, come agli sbocchi della Piave e della Brenta (Append. al Canal D’ Arco p. 55 n.a 2, Scrittura II Par. IV, p.138 n.a) e nel 1209 vi si aggiungeva una torre per difesa del confine, che ivi era, con la Marca trevigiana (Trevjsan, op. cit., p. 12); ma, dopoché nel 1337 Venezia divenne padrona del borgo e fortezza trevisana di Mestre, essa pensò subito di trasportare in questo centro più popolato tali riposi e tali difese ; e per ciò il 14 genn. 1341 decretava di scavare da Marghera a Mestre una fossa diretta, che nel 1362 era eseguita e che il 29 nov. 1391 veniva visitata dai Provv. di Comun (Bargella, op cit., pp. 89 e 239. Da allora merci e viaggiatori abbandonarono del tutto il porto di Cavergnago e seguirono questa via più comoda. Come dicemmo pure, a S. Giuliano veniva costruito il carro nel 1462, allorquando si decise di chiudere anche questi ingressi delle acque dolci in laguna (Par. II, p. 106 n.1). E veniva tolto, dopoché tali chiusure furono portate più in alto, e precisamente nei primi mesi del 1615