347 mdxxxiii, tondessemo le fusle no erano poco avanti, el che in la Calavria non s’hanno firmale se non in un loco o romper certe barche che era in terra cargo de vino, el feseno aqua, el subito se levono el passone a la volta de Sicilia. Et al faro di Messina li butù un vento in suo favor e a noi mollo contrario, siebò nndavemo a remi contravenlo, et sempre ne erano 100 mia vel ri rea avanli, dove fono aqua et rompe le barche. In una valle 6 mia apresso li era Cristo-forin Doria con una galia del principe Dori», portava danari per i fanti a C*>ron et monition, la qual galla valeva si dice più di 40 milia ducati, ma le fusle non l'hanno vista, et il vento le spinse in mar et la galla passò la nolle in allo m;ir, et noi di loco in loco (rovassemo un galioto che si bulò a l’aqua una nolle, el qual ne disse havorne viste do andar 100 a vela verso la Cicilia, el a Cao Passera dovea fermarsi per fare la parenzana et scuoder la (aia de ducali 10 milia di un eavalier che presono quando Io veneno in qua. A l’alba de di zonzessemo per mero a Saragnsa, fo ali 81 mazo, et se intese li molli zentilomcni esser andati a Cao Passero per recuperar il ditto presoli, et li mandassimo altri zenlilomerii driedo a farle lenir a baia per fina che noi zonzessimo et andassemo 11 dove non le trova-somo, nè li zentilomeni le trovono, che subito giolito se partirono et passo no in Barbaria, et tutti li cieli li è stali in favor che hanno firma un sol zorno in alcun loco, hanno acceleralo il sui» viazo. Quelli di Saragosa hanno dito le fusle hanno menalo via le due galie el una nave grossa et duo schierazi, che hanno preso per mezo il Faro. Siamo siali du Corfù fino a Cao Passero in zorni C, a terra a U rrà, parie la Puglia, tutta la Calabria et la Cicilia, et bora nui lornrmo a Corfù, et se non fosso slà lo galle (urehest'he saremo passà iu Barbaria, siehè ha-vomo perso una bela vittori». Conira quel che voi Pio non bisogna andarli eontra, bisogna baver pa-cientia di quanto el voi. Date in la nostra galia a Cotron, per la via di Itoma. * IO1) fu posto per li Cai, poi iela una suplicalion de Lodovico Spinelli secretano durai, Iradelo de (la-sparo Spinelli, andava eauzelier gratulo iu Cipro, fireso ila questo fuste, era sopra la galla bastarda Cornerà, qual si ha ruiuado dìi mondo. |>erso la moicr, uno fradelo, et sorela etc., dimanda di gra-fin che li sia concesso I’ utilità di la dilla canidarìa (j) La caria 109' è bianca. tifUGNO. 348 di Cipro per poterlo riscuoder etc. Ave : 21, 7, 3, non fu presa. Iterum ballolata et posta per li Consieri et Cai, elio uno cogitor menava con lui iu Cipro, qual rimase amaialo, nome .... et andò con la galla bastarda Taiapìera, debbi exercìlar 1’ oficio do vìcecanzelier granilo in Cipro sin viveri el diio Gasparo Spinelli', el l’utilità sia do esso Gasparo ; el questa fu presa. Et fo comandi credenza grandissima aziò li corsari non intendi et li desse più laia. El licenliato la Zonla restò il Coliselo di X seni -tice el............... A di 19. La maliua, fo lettere da Milan di l'orator nostro, di 15. Li Sa vii consultono risponder al Bosso secretarlo a Trento, el il Serenissimo con li Consieri deleno audicntia. Vene l’oratore dii re d’lngallera. Da poi disnar, fo Pregadi, comaiidà mollo lardi, et lette le soprascrite teiere. Fu posto, per li Consieri, che sier Domencgo di Prioli qu. sier Nicolò qual non obslaule lapsus tem-poris possi refudar li beni paterni. Ave : liti, 9, 1. Fu posto, per li Savi, exceplo sier Gasparo Ma-lipiero savio dii Conscio, una teiera a Andrea Bosso secretarlo nostro a Trento, in risposta di soe, et senio contenti el usi il sinicà et patente li maudas-scmo per trattar con li cesarei et fazi il compromesso, el expedile le cose di le capilulaliou nui exe-quiremo quanto senio obligali per il terzo capitolo de la paxe, videlicet darli li danari, hessendo certi come dicono di far poi terminar de innovatis, con allre clausole, ut in littcris. El sier Gasparo Malipiero andò in renga, conira-dise dicendo, i ne voi inganar, voi li danari ; el fo lon