6 PREFAZIONE Le Scritture del Cornaro, invece, sono delle vere dissertazioni, alle quali conferisce pregio un geniale perspicace ragionare fondato sull’ esperienza, di cui, come disse il Vinci « la sapienza è figliola ». Anzi per quest’ intimo loro valore il nome di Marco Cornaro non figurerà soltanto fra i primi, ma anche fra i più importanti scrittori veneziani d’Idraulica. E, osiamo dire, italiani, perchè le scritture del Nostro possono bene stare accanto alla relazione fatta sul naviglio di Cremona da Aristotile da Bologna, uno dei tanti predecessori di Leonardo da Vinci, che il Beltrami risuscitò dall’oblio1, e agli studi congeneri stessi del sommo quattrocentista italiano. che essendo « ser Nicolaus Capello » Savio sopra i Lidi, il 14 maggio 1416 si deliberava dai Savi alle Acque che tutte le provvisioni ed i consigli eseguiti o no, per salvare il porto di S. Nicolò, i lidi, gli argini, le palizzate e per levare i canneti, fossero trascritti in un solo libro, affine di facilitarne la consultazione. Come si desume dal III libro di una Scrittura, contenuta in un rus. marciano, questo primo capitolare andò smarrito e fu rifatto nel 1439. Nella detta Scrittura si legge inoltre che venne eseguito anche un duplicato e che la copia secreta si conservò d’ allora in poi nell’Ufficio delle Acque (Bib. Marciana It., Classe IV, 164). Della gelosia con cui essa si custodì abbiamo la prova in quel che si legge in principio della copia esistente in Archivio : « Sia fatto uno libro et tenuto sotto « chiave » ; del rifacimento, nella seguente deliberazione del Senato, in d^t3 8 dicembre 1439 : Chonzosia che i paludi e chanedi sempre de dì in dì sia vegnudi vegna e vignarà atterando i fondi de le aque salse e cressando paludi e chanedi verso Veniexia el perche i ha streto e dì e nocte vien strenzando i seraii de Veniexia da la parte de terra. I qual seraii son questi E prima da la parte de mar si è da Lido mazor fina ale fornaxe lii, porti, palade E da la parte de terra xe da la Brenta vechia che vien da Castel Charo in fina a lido mazor boche de fiumere e chanali e canedi per i quali i nostri passadi antigissimamente de tempo in tempo ha fatto de notabilissime provixion le qual non se puoi veder ne intender per che quele son notade su i libri de Pregadi e libri de i 40 e suxo i comemoriali Et el sia molto da considerar quanto i paludi son cressudi eresse e cresserà intorno Veniexia e dentro dal sora-scritto seraio, che cum le aque basse intorno Veniexia e da per tuto el dito seraio, i paludi par campagne et i canedi son cressudi eresse e cresserà verso Veniexia chomo se po veder e intender perche i paludi deventa chanedi e porta el fuogo de la mala sanità dove i se acostano anche i fano abandonar le lor caxe terre e luogi e beni chorne a tuti è manifesto. L’an-darà parte azoche i presenti e tuti queli che de tempo in tempo ha a vegnir possi veder e intender le notabile provixion a fatto i nostri antigissimi passadi sora i diti seraii E prima sora i porti lidi palade arzeri boche de fiumere e de chanali e chanaleti fosse taiade aque pa- ludi e chanedi chel sia comandado a Zambernardo noder ala Chancellaría che remetando tute altre cosse ad altro non attenda che a zerchar tuti i libri del Gran Conseio e queli de Pregadi e queli de i 40 e tuti i commemoriali e tute parte che se chaterà si prexe chome non prexe (Arch. Sta. Ven., Sen. Misti, reg. 60, c. 180). Ma quanto al duplicato, cui accenna il ms. marciano, perchè nel decreto surriferito non si parla di un doppio esemplare, è molto probabile che uno dei due fosse la copia donata dal Capello ai Signori del Sai nel suo testamento del 1449 e che almeno da un tal momento, se non prima, avesse luogo l’aggiunta del nome di lui al Capitolare. Quale dei due poi sia il superstite non è possibile stabilire, solo farò notare che in quello che abbiamo si trovano registrate prima alcune deliberazioni e proposte che precedono e seguono il 1300, poi quelle (non tutte) che vanno dal 1415 al 1439, ed infine, e queste in carattere diverso dal primo, deliberazioni e proposte fino al 1519 (Arch. Sta. Ven., Savi ed Esecutori alle Acque, Capitolar I sive Capello, n. 342). 1 La figura e 1’ opera di questo predecessore di Leonardo da Vinci, che fiorì fra il 1455 e il 1479 (?), che lavorò nei navigli di Parma e di Cremona, nella sistemazione del Crostolo e dell’Olona, nell’acquedotto di Cento, come a raddrizzar campanili, fra cui quello di S. Angelo in Venezia e a costruir palazzi, fra cui la cattedrale dell’ Assunzione nel Kremlino di Mosca, furono illustrate in un opuscolo pubblicato a Milano nel 1912 in soli 400 esemplari « a totale vantaggio dei restauri al Palazzo del Podestà in Bologna ». Interessantissimo è tutto 1’ opusculo dal principio alla fine, ma addirittura preziose per noi sono queste considerazioni del Beltrami sulla Storia dell’ Idraulica nella Storia del Rinascimento. « Scrivendo, venticinque anni or sono, intorno alle relazioni di Leonardo da Vinci coi progressi del-1’ idraulica nella seconda metà del XV secolo, e combattendo la volgare opinione, la quale attribuiva a Leonardo un’ azione ed una influenza eccessive nelle opere idrauliche del suo tempo, conchiudevo coll’avvertire come noi potremo valutare l’intervento di Leonardo in quei lavori, solo il giorno in cui avremo una Storia del rinascimento, nella'quale la figura di Leonardo sarà preceduta da quelle di Aristotile da