148 MARCO CORNARO E1 Botenigo e aque, cum tute altre aque e aque de Mestrina, voria capitasse in lo letto che la Brenta, e fuora per Corbola in Canal Mazor, in modo che tute aveva nel vecchio alveo di Fusina la navigazione con Padova, nel nuovo la tanto sospirata diversione della Brenta lungi dalla laguna di Venezia. Ma poco dopo si trovava che ancora tropp’ acqua riversavasi in questa laguna ed allora si deliberava di costruire un altro diversivo, più sotto del Dolo, alla Mira e di immettervi in esso anche le acque del Musone, che, nonostante le molte diversioni basse, seguitava a danneggiare Venezia. Nel 159* il Gallesi e Tommaso Contin, ispirandosi certo all’autore della « Vita Sobria» (V. Bottenigo o Musone) fissavano il piano di una tal diversione con i due canali di Mirano e del Novissimo. Lo scavo del Novissimo, eseguito dall’ ingegnere veronese Radice, ebbe l’ultimo compimento nel 1610 ; quello di Mirano invece fu terminato e collegato col Novissimo solo nel 1655. Nemmen con questa diversione, le cose andarono molto meglio ; mancava la pendenza necessaria, come fra’ Giocondo aveva ammonito ; le rotte quindi, e le inondazioni, per timore delle quali i patrizii del Quattrocento s’erano mostrati riluttanti ad accettare la diversione alta, si ripetevano spesso con grave danno delle campagne intorno ; perciò si ridestarono più vive che mai le discussioni, anzi sorsero taluni a sostenere la riammissione delle acque divertite in laguna, e a poco a poco finiva col trionfare il progetto del Nostro. Infatti nel 1777 un anonimo veneziano sosteneva la necessità di condur la Brenta da Noventa e circa lo stesso tempo, il celebre matematico milanese Frisio sentenziava che « se nel 1505 si fosse preso il Bren-tone non dal Dolo, ma da Noventa o da Strà,'"sareb-besi ovviato a tutti i disordini della Brenta ». Ispirandosi a questa sentenza ed alle proposizioni dei cinque matematici, Riccati, Coccoli, Zuliani, Nicolai, Cristiani, chiamati ad esaminare il suo primo progetto, l’avvocato Artico, Ispettore generale delle Acque di Venezia, presentava il 12 maggio 1790 il suo terzo progetto di diversione da Fossalovara (Strà) a Corte, al quale dalla Repubblica venne data approvazione ma non principio, prima perchè 1’ Artico non aveva potuto allegare ancora al suo progetto i dettagli ed i calcoli relativi, poi perchè frattanto la Repubblica cadeva. Napoleone, che aveva in animo di eseguirlo (sentito il parere dello Sganzin e del Prony, l’approvò nel 1807), ne fu pure impedito dalla spedizione di Russia, e toccava proprio ad un imperatore d’ Austria, di dargli attuazione. Meno male che consultori questa volta furono uomini nostri, tutti nostri, come nostri erano gl’ ideatori di esso, cioè il Fossombroni e il Paleocapa. Durante il dominio austriaco a Venezia, si rinnovavano con calore e forza le discussioni del Settecento. In mezzo a tanti contrasti, vennero le piene del 1816 con danni immensi, dagli 8 ai 12 milioni. So- praffatto il Governo di Venezia da tanti disastri e da tanto scompiglio, insistette, perchè vi fosse posto un radicale rimedio e domandò espressamente alla Corte di Vienna la facoltà di poter senz’ altro indugio dar mano al grande taglio di nuova inalveazione della Brenta da Fossalovara (a monte di Strà) a Corte, che veniva rappresentato come rimedio il più pronto e più sicuro. Questa facoltà fu accordata : e da qui venne che nel-1’anno 1817 s’avviasse il cavamento con molta forza di lavoro e con più notevole dispendio, per 1’ acquisto che si fece fin d’ allora di tutti i terreni necessarii al compimento della grande opera. La concessione della Corte viennese non passava liscia. Nuove contrarietà insorsero. Crebbe il numero e la serietà degli oppositori all’ esclusione dei fiumi. Il consiglio delle fabbriche in Vienna sottoponeva al-l’imperatore la sentenza a favore della riammissione ; ma il grande Cancelliere Conte di Saurau ne sconsigliava 1’ approvazione e gli consigliava di farsi inviare dal suo parente, il granduca di Toscana, il celebre Fossombroni (1829), E questi, giovandosi del Paleocapa, giovane allora, e del riassunto storico del barone Camillo Vacani, nel 1835 pubblicava il suo piano, che l’imperatore approvava 1’ n ottobre 1842. (Nel 1842 il progetto Fossombroni veniva approvato solo nel suo insieme, il progetto esecutivo era compilato dal Paleocapa nel 1842-3 e approvato nel 1845), Senonchè, restringendosi dopociò la laguna di Chioggia a vista d’ occhio (in 27 anni perdeva quasi 14 milioni di m3 di superficie acquea) si cominciò a ritener necessario di portar il tanto temuto fiume lontano anche da essa. Molti e complessi furono gli studi anche per questo nuovo problema. Dal 1896 la Brenta veniva unita in Ca’ Pasqua al Bacchiglione, che già era stato condotto al mare per il nuovo suo alveo fino dal 1888. E tuttodì il Magistrato alle Acque continua i suoi studi e i suoi lavori di correzione verso la foce. (Zendrini, op. cit., voi. I e II, passim ; Vacani, op. cit., passim ; Paleo-capa, Prefazione alle Considerazioni sopra il sistema idraulico dei paesi veneti del Fossombroni, Firenze, Galileiana, 1847; Luigi Sormani-Moretti, La Provincia di Venezia, Venezia, Antonelli, 1880-81, pp. 156-7; Ministero dei Lavori pubblici, Atti della Commissione per lo studio della navigazione interna nella Valle del Po — Relazione seconda — Canali e fiumi di Padovana e Vicentina navigazione con 6 allegati e 20 tavole, Roma, Tip. Camera Deputati, 1903, pp. 15-16 ; G. Magrini e P. Malacarne, Nolices sur le bureau hydro-graphique du « Magistrato alle Acque » in Atti del X Congresso Internazionale di Geografia, Roma 1913, Roma, Reale Socie. Geogr. 1915, p. 522).