52 . SCRITTURA I - APPENDICE tori, come potè avvenire più tardi del secondo canale, sebbene nel 1300 esistesse a Venezia una famiglia « ab Archis >. Dettò quanto è possibile sul nome, vediamo quali erano i suoi confini. Nel 1294, (ma tale stato di cose è più antico perchè si ripete il contenuto di una carta del 1193) il vescovo di Equilio, fra Guglielmo, sostenendo dinanzi ai giudici del Comune veneziano la giurisdizione del proprio episcopato sopra le acque, le terre, la palude e Canal d’ Arco ed una sua diramazione detta il « Volado » o « Velado », ne segnava i confini con queste parole : « ab uno capite est quaedam Pallada versus Equillum, ab uno latere est canalis, qui vadit in rovedulo, et a rovedulo intus ab alio latere et ab alio capite est terra pignete »; e l’otto Settembre 1306, in un consimile processo, descrivevasi così : « ipse canalis de Archis cum .... Vellado. .. quod est de pertinenciis dicti Canalis de Archis, firmat ab uno suo capite versus equilum ad quandam palladam parum longe a trageto seu canale de Arco publico et ab uno latere firmat in quodam canali, per (quod) itur in rovedulum, et a rovedulo intus. et ab alio capite et ab alio latere firmat in terra pignede » 2. Dunque 1’ antico Canal d’ Arco con uno dei capi terminava rn una palada o sostegno verso Equilio, con 1’ altra nella Pineta. Da un suo lato c’ era pure questa Pineta, dall’ altro il canale che conduceva a Revedoli, cioè nella Livenza. Ma, nonostante che tali indicazioni sieno abbastanza chiare, non mi sembra possibile, senz’ altro, tracciarlo con sicurezza. Corse esso canale superiormente o inferiormente al secondo, di cui conosciamo la direzione per le carte del Sabadino e di altri periti del Cinquecento ? L’ interrimento progressivo, onde la navigazione fu portata sempre più in giù ; le relazioni fra Equilio ed Eraclea, di cui esso, essendo il tràmite principale, doveva essere anche il più diretto ; la denominazione di Valle di Canal d’ Arco data dal Nostro alla Valle eracliana ; 1’ esistenza di due canali sul suo fianco meridionale per allacciarlo col mare, il Velado e il canale conducente a Revedoli : il sorgere della nuova borgata sul principio del nuovo Canal d’Arco, assai più sotto di Equilio, sono tutti argomenti validissimi a suffragare 1’ opinione che esso corresse superiormente. Senonchè l’esistenza di una «Cava vecchia» inferiormente, sulla carta del 1560, opera del Cortivo, dove il diligente disegnatore notò altre memorie antiche, e vieppiù 1’ ubicazione della Pineta, segnata inferiormente pur essa, mi fanno rimanere perplesso. Assai più l’ubicazione della Pineta, perchè 1’ indicazione di Cava vecchia ha un valore molto relativo in mezzo a tanti alvei, che gli si scavarono intorno, senza che di essi sopravvivesse traccia alcuna o almeno sufficiente, come, ad esempio, una Publiola o Piovega del Trecento e una Taiella.del Quattrocento, che incontreremo a suo luogo. Anzi il valore dell’ indicazione di quella Cava vecchia nella carta del Cortivo del 1560, secondo il mio parere, sarebbe del tutto distrutto dal tracciato superiore d’ un altro vecchio canale, preesistente al nostro Canal d’Arco, che troviamo nella carta del perito Domenico Gallo di poco posteriore, cioè del 1567. In questa carta, il copista (perchè si tratta di una copia) non potè trascriver bene il nome di esso alveo dalla carta originale e si accontentò della sola desinenza « .. . . iola ». Sembra molto verosimile che trattisi della sopraddetta Publiola, o piccola fossa pubblica, la quale poco prima del 1396 fu adoperata come succedaneo del Canal d’Arco durante un suo interrimento e della quale si parla fin dal 1284 nel Codice del Piovego 8; certo esso fu un naviglio antichissimo, perchè il Gallo ebbe 1 Per i nomi più antichi, vedi nella descrizione dei « Franciscus ab Archis Sancii Barnabe « proprietario confini, ¿he riporto subito nel testo, e Gallicioli, loc. dei mulini sul Volpadego (Museo Civico ecc., Codex cit . Per «Le Arche di Cittanova», vedi Plateo, Il ter- Publicorum c. 573). ritorio di S. Donà nell'agro d'Eraclea, Oderzo, Bianchi, 8 La prima descrizione trovasi a c. 224*, la seconda 1907, p. 87. In quanto alla famiglia « ab Archis », in una a c. 234 in una sentenza a favore del vescovo di Equilio sentenza del 1330 sui mulini, che i Minotto avevano (Museo Civico ecc. Codex Publicorum, c. 224-234*) costruiti fra Brenta e Bottenigo, è sentito un certo 3 V. innanzi.