SCRITTURA I. 35 chiamada villa de Piavon ». La qual fossa è larga e profunda, po esser longa mia X, la qual soleva navegar cum burchii. In dieta mete do altre fosse, ciò è la Casarata, la Ma-gnadola s, et a tempo di Segnori da Camin soleva intrar el fiume de la Lia 8 per una ' fossa fi apellada el Navisego *. I qual inzegnieri laudà molto la dieta fossa. El suo parer tempi del Cornaro, e che si estinse nel 1502 (Tassini, Curiosità Ven. a proposito di Calle Zancana). Supplica del Comune di Caorle alla Repubblica, inoltrata per intercessione « prudentis viri Joannis de Zanchanis », il 10 Luglio 1491 (Arch. St. Ven., Notatorio Collegio, reg. 22 c. 39). 1 Ceggia. In alcuni documenti è chiamata anche Ceghle. In Ceggia v’ era, come si vedrà innanzi, una palata del Comune di Treviso. Diede alla Repubblica un fedele soldato in un certo Andrea da Zeia, che combattè in molti cimenti, ma specialnient con Carlo Zeno contro il Bucicaldo « in guerris et periculis et prefertim cum nobile viro Carolo Geno quando vicit Buzichaldum et alibi ». Per i meriti di lui veniva concesso al figlio un posto prò missela nel fontego dei Tedeschi affine di sollevarne la famiglia, caduta in gravi ristrettezze (ultimo Octobris 1447, Arch. St. Ven., Sen. Terra, reg. 2, c. 47*). La Noghera è una località, che ancor oggi trovasi un po’ sopra Ripa Zancana. Cessalto, castello di qualche importanza poco dopo il 1000 ; appartenne lungamente ai Caminesi e seguì le sorti della Motta. I boschi di Olmè e di San Marco tuttora esistenti si ritenevano avanzi dell’antica selva fetontea e in Pravier, villaggio posto nell’antica via (esisteva nel 1300 come è attestato dal Catastico ca-tninese delle vie Bibl. comun. di Treviso, Ms. 673, n.° 2, c. 64) fra Cessalto e Chiarano, furono ritrovate molte memorie dell’ epoca romana (Rocco, op. cit. Pag. 573). Chiarano e Piavon, borgate di qualche conto. Piavon è poco lungi da Oderzo. Qui il Nostro ha proceduto nell’enumerazione dei luoghi andando dalle lagune verso Oderzo ; egli risalendo il corso del Piavon nomina i principali luoghi che sorgevano sulle rive di esso. Il Catastico caminese citato procede invece in senso diretto insieme col fiume: Oderzo... Piavon... Chiarano... Cessalto... Ceggia e nomina con questi, che erano anche allora i borghi principali, un numero abbastanza considerevole di villaggi minori. Procede a seconda del Piavon e della via terrestre che da Oderzo scendeva fiancheggiando il fiume fino a Ceggia, cioè al mare ed a Cittanuova, via non certo costruita allora, sebbene in quel medioevo battagliero se ne devano essere fatte, ma preesistente dai tempi romani, senza dubbio una vicinale che univa 1’ Emilia concordiese con 1’ Annia, quella stessa che dovette servire alla fuga degli Opi-tergini al mare. 2 La Magnadola e la Casaratta sono due piccoli fiumicelli, che mettono capo nel Piavon, sulla sua si nistra. La Magnadola vi entra sopra Cessalto ; la Ca- saratta più in basso, alla Noghera. Essi trovatisi nel territorio fra il Piavon e la Livenza, di cui sono gli scoli. 3 Questo fiumicello ha una grande importanza nella storia dell’ idrografia, perchè sono in esso le traccie dell’ antichissimo corso della Piave verso Eraclea. La Lia nasce a S. Polo di Piave, ma in realtà essa diventa subito la continuazione della Piavicella, che si stacca dalla Piave presso Conegljano, ricevendone le acque ; e forse perciò il Cornaro dice che essa nasce dalla Piave (Scritt. II, pa. III). Dopo aver capricciosamente errato nel territorio di Ormelle e di Tempio, giunta a Colfrancui divide le sue acque fra il Piavon (1’ antica Piave sicca dei primi doc, veneziani) e la Livenza ; nel Piavon entra per mezzo del Navisegio, nella Livenza per mezzo del Monticano. Ai tempi del Cornaro, essendo interrati il Navisegio ed il Piavon si gettava tutta nel Monticano e Livenza ond’ egli scriveva « al presente mete in Montegan » (loco sopra cit.). 4 II Navisegio o come male fu scritto il Lanisegio è uno dei tanti canali o navigli artificiali, che, certo seguendo il tracciato d’ antichi alvei abbandonati, si scavarono nel medioevo. Anche nel territorio di Meolo un naviglio di tal genere veniva nel Ducento scavato dei Trevisani con danno dei boschi del monastero del Pero (Monastier) possesso del patriarca aquileiese (Pa-vanello, Aitino e l' Agro attiriate orientale, p. 113 e 117). Per mezzo di questo Navisegio Oderzo veniva allacciata con Venezia per la via del Piavon, assai più diretta che non fosse quella del Monticano e Livenza, cioè per la sua antichissima via naturale. L’ interramento del Navisegio e del Piavon ai tempi del Cornaro è confermato da un doc.‘° del 23 Giugno 1447, nel quale si decreta di tradurre in atto quanto in questa occasione s’era riconosciuto necessario. « Cum in istis magnis caloribus Ugna fuerint vendita in Venetiis ad ripas soldis XXVIII et omnes qui intelligunt se de nemoribus et de canalibus unde ligna ducuntur Venetias dicant et affirment quod nisi cum tempore fiat aliqua bona provisio erit hoc anno sine dubio maxima necessitas et penuria lignorum. Et facta inquisitione super hoc non reperiatur locus habilior unde ligna tam prò igne quam prò arsenatu in maiori quan-titate duci possint Venetias quam per flumen Plavonis quod descurit ex Oppitergio in Cesaltum, in quod Pla-vonum olim intrare solebat flumen vocatum la Lia et flumen Lanisigi (Navisegio) et pars fluminis Montegani que nunc aliam viam ceperunt propter maxima nemora