36 ¡MARCO CORNANO de tuti è che dita sia curada da Ugnami e che el sia messo laqua de la Lia in dicto Piavon 1 per la via del Navisego. 1 qual iudica che possa intrar in dicto lavoro opere X“ ; ma quelli dubita che li molini da Auderzo non se vasta per el tuor de dieta aqua chiamata la Lia. Item fo visto la Grasaga, la qual mal se può navigar per esser quella occupada da legnami e in molti incomodi aterrada etiam fu dieta e poche legne. Ma fu visto la Be-doia 2 la qual fi zudegada esser longa meglio de miglia XVIII, su la quale è una gran- et canas que munierunt lectum Plavoni predicti. Et dominatici alias consideratis predictis 1443 ordinavit quod tale canale Plavoni mundaretur ita quod per illud navigari posset. Et quia hoc tangebat utilitati Venetiarum homines dictorum locorum non curaverunt executionem huius rei et propterea Vadit pars quod canale Plavoni predicti debeat mundari et etiam cavari in locis ubi atteratus esset. Ita quod auxilio illorum trium fluminum possit navigari per illud sicut alias navigabatur. Et prò executione huius operis utilis uber-tati Civitatis Venet. mittatur per scruptinium per col-legium unus noster nobilis cum ilio salario conditio-nibus et modis omnibus quibus missus fuit ser Marcus Cornario quando fuit ad cavandum canale turris Calii qui electus vadat Oppitergium et ducat magistrum Pi-cinum ingeniarium et bene consideret conditionem pre-sentis temporis propter cernetas et guastatores qui sunt extra et etiam gravedines frugum et omnibus consideratis incipiat dare ordinem et aliquem bonum modum quod hoc opus dividetur per publicum inter subditos nostros a Taiamento citra per totum Tarvi-sanum. Ita moderate et convenienter quod possit dari principium die prima mense octobris et mediari et compleri cum quanta celeritate et maiori comoditate subditorum nostrorum fuerit possibile. Et hec pars re-vocari non possit sub pena ducator. centum prò quo-libet qui ponent in contrarium. Electus fuit ser Marcus Cornario octavo september. (Arch. St. Ven., Sen. Terra, reg. 2, c. 37*). I II Piavon anche ora, come ai tempi del Cor-naro, comincia sotto Oderzo, nella campagna del paese di Piavon, che certo prese il nome dal fiume. Passa come abbiamo veduto per Chiarano, Cessalto e Ceggia, scendendo intermedio e parallelo fra Piave e Livenza Ai tempi del Cornaro terminava in laguna a Ripa Zancana, oggi invece il suo alveo s’ inoltra per palude Zancana e palude Fiumicino fino alle rovine di Eraclea. Qui s’ unisce col Grassaga e con esso si scarica poco più in giù, per mezzo di due rami artificiali in Livenza ed in Piave, col canal Lanzalunga in Livenza, col canal Ramo in Piave. II Piavon oggidì non è che un canale ; ma anticamente era un ramo importante della Piave. Stanno ad attestarlo oltre agli antichi doc. anche molti depositi fluviali nella villa Piavon e molti frammenti di argini assai massici tuttora esistenti nella località Ronchi. Come abbiamo veduto nelle due note precedenti si cercò sempre (dai Caminesi prima, dai Veneziani poi) di ridare artificialmente, secondo le antiche tracce na turali, vita a questo ramo, che veniva minacciato di atrofizzazione di quando in quando per colpa dei tempi e degli uomini. Che il suo naturale congiungimento con la Piave fosse per mezzo della Lia e della Piavi-cella, (firmant in Piavi, sicut currit Plavesella, a. 963), se lo deduce anchej dal fatto che esso negli antichi documenti è chiamato indifferentemente Piave sicca, Pla-vicella, Plagione. E molto probabile poi che anche col Monticano il Piavon fosse in un certo tempo congiunto ed ancora che esso sboccasse nella Livenza vecchia, perchè nel privilegio concesso da Ottone III nel 994 alla chiesa di Ceneda, segnandosene i confini si dice : « sicut Monteganus fluvius decurrit usque ad Plavemsellam (Piavon), et ipsa Plavesella usque in Liquentiam, et Liquentia usque mare » (Azzoni, Consideraz. sopra le prime notizie di Trevigi, Treviso, Andreola, 1840, pp. 242, 244; Romanin, op. cit., voi. I, p. 106). Abbiamo veduto che per renderlo navigabile i Caminesi v’ introdussero 1’ acqua della Lia da Colfrancui e fors’ anche una piccola parte del Monticano e che i Veneziani fecero altrettanto. 2 I due fiumi Grassaga e Bedoia si trovano nominati nel famoso patto di Eraclea del 1009. In esso (Romanin, op. cit., v. I, p. 389-90) si legge : « Et habetis propriam vestram Silvam a comprehenso Cerbonio et tenegrassaga (sic) et Maliso una ripa exiente usque in Bedoia et inde in antea usque in termine qui dicitur Argele Surmiclino ». Ma in questo testo, tolto dal libro dei Patti, dal Romanin stesso ritenuto incerto come 10 prova il sic interposto, vanno fatte le seguenti correzioni : tenus Grassaga e Argele Furmiclino, come chiaramente si legge nel Codex Publicorum (Bikl. Marciana, Latini classe V, cod. CIV voi. I, c. 256). Il Grassaga, fiume di risorgiva, nasce fra Ponte di Piave ed Oderzo d’ accosto alla Piave (il Cornaro scrive che derivava da essa), le corre parallelo, da 11 suo nome a più d’una località e forma con la Calnuova (strada Noventa-Motta, v. Pavanello, La strada e il Traghetto della Fossetta, Venezia, Peliz-zatto 1906 p. 63 Estr. dall’ Ateneo Ven. voi." I fase. 3 e voi. II) e con lo scolo Zorgegno una specie di graticolato detto le Tessere di Grassaga. Ricevuta in For-mighe (Argele Formiclino ? V. App. al Canal d’Arco) la Bedoia scorre verso le rovine di Eraclea (Cittanova) dove come abbiamo detto a proposito del Piavon, scarica le sue acque in due rami, 1’ uno sud-ovest, il Canale di Ramo, che va verso Piave, 1’ altro sud-est, il