SCRITTURA li 119 a uno rasonevole andare Venesia andaria in terraferma e chel porave avegnir che. vogliandose far qualche pozo, se trovaria e barche e burchi afondadi e anchore de nave et burchi perse in Canai de San Marco e per molti luoghi de la laguna et che el terren era molto multiplicado per la laguna, e per tuto solevado, e cusì el fondi del mare, per la qual cosa le aque passava i Comuni >. Et che li pareva esser certo che Venesia se convegniva deshabitar, perchè le aque dolce menaria cativo aiere per gran tempo per fina che i terreni se fèsse forte. E parane esser certo che lui dicesse la ve-ritade perchè cusì è devegnuto de Giesolo, el qual hozidì se va tneiorando in modo che dove era i canali, tuti se vano aterrando et dove era la piaza et molti altri luoghi per tuto se semina formento et lì sono nasciute de molte grosse nogere et cusì altri albori che per niente non viverave in questi paludi de aque salse, perchè còme la ra-dise tocha el salso quelli sono mortia, per la qual cosa me par lui diceva la veritade, et de questa opinion me trovo io, che Dio voia dica la busia. IV. Dell' antico corso della Brenta prima e dopo la diversione eseguita nel 1141 dai Padovani verso la laguna di Venezia, e dei ripari contro di essa costrutti dagli abati di S. llario e dai Veneziani fino al grande argine del 1324, che la costrinse a sboccare lungi da Fusina a S. Marco di Lama. Hor vogliando parlar de Padoa et dove altre fìade andava la Brenta, me convien far longa dizaria, ma cum quelle men parole io potrò e dedur ali propositi quelle scripte tarano a quelli propositi, vogliando parlar sora el facto de la Brenta. Io dico corno io trovo per autentiche scripture come la Brenta3 andava et scoreva carichi di vino, di sale, di derrate e di merci che andavano e venivano da Venezia ; ed al ponte Pidocchioso esse erano assoggettate al dazio ed al peso. Ora tal ponte non esiste più e tutta quella parte di Padova ha mutato aspetto (Gius. Gennari, Del- V antico corso dei fiumi in Padova e contorni, Padova, 1776, pp. 13-36; Gloria, Studi intorno al corso dei fiumi princ. del territ. padov. dal sec. I a tutto il sec. XI in Riv. per. della R. Acc. Se. Lett. Art. in Padova 1877, voi. XXVII pp. 115-204 con carta, pp. 181-187; Cod. dipi. pat. dall’ anno noi alla pace di Costanza, pa. I, p. LUI ; Lui. Formentoni, Passeggiate storiche per la città di Padova, Padova, Seminario, 1880, p. 45). 1 i comuni, il comun, l’altezza comune del flusso. 2 II Filiasi cita questo passo del Cornaro dandogli un valore tutt’ affatto diverso. Per il Cornaro la vegetazione in questi luoghi è testimonianza dell’ interramento prodotto dai fiumi ; per il Filiasi, invece, delle reliquie dell’ antico stato continentale di parte delle nostre lagune. 3 II Cornaro non si occupò dell’antico nome della Brenta, sia perchè a lui non interessasse di stabilire come si chiamava, ma come scorreva ; sia perchè vedesse la grande incertezza che allora regnava in proposito. Lor. de Monacis, scambiando nella lezione di Livio un aggettivo cort un nome assicurava che anticamente la Brenta era detta Prealto, « fluminis Praealti, qui nunc Brenta dicitur » (De Monacis, Chronicon de rebus venetis, lib. I). Flav. Biondo credeva che essa fosse il 'l imavo di Virgilio ; meravigliavasi « coriie alcuni letterati famosi » suoi contemporanei andassero ricercando questo fiume nell’ Istria e pella Liburnia ; e che Medoaco fosse il Bacchiglione (Flav. Biondo, Italia illustrata, Regio nona, Italia traspadana sive Marchia tarvisinà). Marcantonio Sabellico, invece, pensava che la Brenta fosse il Medoaco e si meravigliava dal canto suo che alcuni osassero chiamarlo Timavo, «vetustissimi Medoaci alveus is videtur mihi esse, quem hodie Brentani vo-cant » (Sabellico, De Venetae urbis situ, lib. tertius). Marin Sanudo stava con quelli che chiamavano Medoaco il Bacchiglione, ma dubitava che non si fosse nel vero, quando chiamavasi Timavo la Brenta. (M. Sanudo, Itinerario, pp. 22 e 108). Solo di recente, dopo lunghi studi e vari errori, la critica finì col vederci un po’ più chiaramente. Nel 1600, essa, per bocca del Cluverio stabiliva 1’ esistenza di due Medoaci, ma dandosi importanza e valore solo all’ affermazione di Plinio, che nomina questi due Medoaci e trascurandosi Livio che ne nomina uno soltanto, senza riflettere che Livio, come padovano, non poteva e doveva essere trascurato, si cadeva nell’ errore di credere che il Bacchiglione fosse il Medoaco maggiore e la Brènta il Medoaco minore (Cluverii, Italia antiqua, lib. I De Venetiae opidis, fiuminibus et aliis locis). Nel 1700 si facevano nuovi passi innanzi col Te-