30 MARCO CORNARO In modo che essendo stato tanto desasio lanno avanti me deliberai de voler drezar i spiriti mei atorno questa materia, in modo che havendo tolto in nota dove procedeva questi scandoli, e le frrovision da esser fatte aciò che tanto inconveniente non havesse a vegnir, et etiam perchè io haveva una bona e degna praticha del paese Trivisan e Cenedese et etiam de Friul1, me messi per debito de lofficio mio ad andare a la nostra Signoria a dechiarir a quella i diti inconvenienti. A la qual andiè più et più fiate che mai non puoti haver audientia, et ultimamente per el mezo de Sier Hieronymo da Molim da la Magdalena, el qual era cavo de 40 2, quello me introdusse ala Segnoria, ala qual per ordine io dechierai donde procedea questo scandalo e le provision da esser facte. La qual cum tuto el Collegio laudò i mei aricordi, et despiacevolmente aldi i mancha-menti. Per la qual cosa misser lo Doxe 3 domandò chi io era, cioè el mio nome et de che casada ; el qual me chiamò per nome e tochòme la man digandome : fio Marco, tu ha tocado el timtim 4 de questa cason ; et laudando molto li mei aricordi in modo che la sua Serenità comesse a tuti che, tante volte quante io voleva intrar ala Signoria, loro me lasasse intrar. Ala qual io dichiarai come linverno avanti el era perido XXIIII burchi de Piavesani5 et de quelli de le Contrade 6. Perchè quelli non poteva vegnir dentro via, per esser aterrado el Canal Peochioso 7 da Lio Mazor 8, el qual mete verso i Mani9, et etiam per esser mal in ordine el Canal Darcho, che è a Jesulo, e molte altre cave e fiumi, che era abondantissimi de legne. Per i qual mie arecordi 10 tuto el determenò chio dovesse andar cum miser Andrea Marcello, fu de miser Vector, era officiai ale Rason 1 Ci fu un tempo in cui il Nostro ebbe da questa parti anche dei possedimenti suoi. (Vedi Vita). 2 Ser Hieronimo da Molin alla Maddalena era nel 1441 capo dei 40 (Arch. St. Ven., Segr. alle Voci, reg. 4 c. io6‘). 3 Francesco Foscari. 4 el tin-tin o il cantin. Cantin = la corda più sot- tile del violino ; Tin-tin = suono di campanello, metaforicamente voce, tasto ; tocar el cantin o il tintin = toccare un tasto. 6 burchieri della Piave. L’ otto agosto 1440 in Senato si ricordavano questi disastri, per cui si decideva di procedere allo scavo del canale d’Arco. (Arch. Sta. Ven., Sen., Misti, reg. 60, c. 238*). Vedi Appendice sul Canal d’Arco. 6 « Torcellum Maiurbium, Buranum, Amoriacum, Costantianum... et Amianum... Noi appelliamo questi luoghi le contrade » (Gallicioli, Meni. ven. antiche, Venezia, Fracasso, 1795, Iib, 1 n. 40). 7 II Canale Peochioso, (dei peochi o pidocchi, note conchiglie marine) detto anche Canal delle Ciate (zattere) univa il canale di Lio Mazor con quello di Caligo. Nella carta del Sabadino, opera della prima metà del Cinquecento, esso figura come già perduto. 8 Vedi Scrittura II par. I. 9 Nella copia dell’ Archivio si legge Marani, ma erroneamente ; qui si tratta dei Mani, cioè dell’ isola di Ammiana, S. Felice o le Saline; VedilScritt. II, pa. 1. 10 Quali memorie il Cornaro avrà rievocate, quali progetti esposti davanti alla Signoria ? Senza dubbio egli deve aver ricordate alcune, al- meno, delle numerose deliberazioni prese in passato, proposto che si smettesse una bella volta con le multe,' con i sequestri, con le condanne e che si desse mano invece allo scavo dei canali e dei fiumi conducenti ai boschi della Terraferma. Autorizzano a credere così la Scrittura e la « Provisio lignorum ab igne» del 12 giugno 1451, che devesi riguardare come frutto del suo consiglio (Arch. St. Ven., Sen. Terra, reg. 2, c. 195-1961). Il compito di provvedere che Venezia, durante l’inverno, non mancasse della legna necessaria agli svariati bisogni della sua vita e delle sue industrie, costituì per il governo della repubblica un problema di politica interna difficilissima, eh’ è mia intenzione di illustrare a parte, in più opportuna occasione, completando 1’ opera del Cecchetti (La vita dei Veneziani nel 1300. Arch. ven. II serie, 1885, t. XXX pa. II p. 321) e del Monticolo (L’ufficio della Giustizia vecchia a Venezia, dalle origini sino al 1300, Venezia, R. Dep. St. P. 1892 Misceli, XII), che lo sfiorarono. In vero la soluzione ne venne affidata ad uffizi e ad uomini, che spesso vi si applicarono con sollecitudine ed amore, ma sia perchè si ricorse a mezzi fiscali di effetto dannoso, sia perchè si tirò innanzi alla buona nel mantenere la viabilità lagunare e fluviale, cui il problema era vitalmente legato, non si ebbe che un vano moltiplicarsi di disposizioni insufficienti e un continuo ripetersi degli stessi bisogni ad ogni ritorno della stagione invernale. Sotto un tale riguardo, questa scrittura di Marco Cornaro non è che un anello della lunga catena e l’opera sua un episodio della interminabile vicenda.